La penuria d’acqua nella Piana di Catania è stata al centro di un vertice tenutosi ieri al PalaRegione etneo, convocato dal governatore Nello Musumeci, alla presenza dell’assessore regionale all’Acqua e rifiuti Daniela Baglieri, il direttore del dipartimento Calogero Foti con l’ingegnere Pino Pollicino, il commissario del Consorzio di bonifica Sicilia orientale Francesco Nicodemo e i dirigenti tecnici Francesco Fanciulli, Emilio Cocimano ed Edy Bandiera.
Affrontate e approfondite, in particolare, le numerose problematiche della distribuzione irrigua all’interno del comprensorio del Consorzio di Bonifica 9 Catania, conseguenti sia alla ridottissima dotazione – per il mancato riempimento del Serbatoio Pozzillo, da 50 a 20 milioni di metri cubi – sia alla vetustà delle reti di distribuzione e degli impianti di sollevamento.Dal momento che tutta l’acqua disponibile dal predetto Serbatoio è stata consegnata all’utenza, i programmi di gestione del Consorzio prevedono la distribuzione sino all’esaurimento dei volumi ancora disponibili contenuti nei Serbatoi Lentini e Ogliastro, seppure a beneficio di aree di limitata estensione.
I vertici regionali hanno preso atto del quadro prospettato dai rappresentanti del Consorzio, nonché delle progettazioni da questo eseguite al fine di mettere in ripristino la funzionalità di importanti schemi irrigui, assicurando ogni appoggio necessario per dare esecuzione agli stessi interventi.
«La scarsa dotazione di acqua per uso irriguo e potabile in Sicilia è ormai un tema prioritario per il mio governo – dichiara al termine dell’incontro il presidente della Regione Musumeci – lo stiamo affrontando con un Piano regionale strategico di breve e medio termine e con un investimento di risorse finanziarie significativo».
«Apprezzo l’impegno del commissario Nicodemo per rimuovere ostacoli vecchi di decenni e confido nella sua capacità di attenuare quest’anno i danni che potrebbero subire le aziende agricole nell’area orientale. Spero che la nostra proposta di riforma dei Consorzi possa presto diventare legge. Sarebbe un gran passo avanti per rivoluzionare tutto il sistema e dare serenità agli agricoltori»