Militello in Val di Catania, uno dei gioielli tardo-barocchi del patrimonio Unesco, sabato 13 settembre ospiterà una giornata interamente dedicata all’architettura, alla memoria e alla visione. Un evento che si muove tra passato e futuro, tra la bellezza del costruito e la sfida del progetto, e che segna la nascita ufficiale di Spazio Cinico, associazione culturale fondata da un gruppo di architetti e ricercatori con l’ambizione di ridare senso al dibattito sull’architettura contemporanea.
La giornata è dedicata alla figura dell’architetto Giuseppe Pagnano, protagonista della cultura architettonica siciliana del secondo Novecento, docente, progettista e teorico. La sua eredità – fatta di opere, scritti e soprattutto allievi – viene messa al centro di un programma che intreccia passeggiate urbane, mostre, incontri pubblici e momenti conviviali.
Un laboratorio critico per il progetto contemporaneo
«Essere cinici, nell’antichità, significava spogliarsi del superfluo per cercare la verità», si legge nel manifesto di Spazio Cinico. «Oggi vogliamo recuperare quello spirito per affrontare il progetto con libertà, lucidità e responsabilità».
Spazio Cinico nasce così: come luogo di pensiero critico, indipendente e radicale, dove l’architettura non è solo forma o funzione, ma gesto culturale, politico, etico. Un “laboratorio di architettura e progetto” in cui il pensiero diventa possibilità e provocazione. Durante l’evento si terrà la firma ufficiale dell’atto costitutivo, dando forma a un’associazione che punta a farsi sentire non solo nel dibattito accademico ma anche nei territori e nelle comunità.
Il programma: memoria e progetto
La mattina si apre con una Passeggiata Barocca guidata dalla Pro Loco attraverso il centro storico e il Museo di San Nicolò, dove si potrà ammirare un raro intervento museografico di Pagnano. Il pranzo sociale rappresenterà un’occasione informale per creare relazioni tra professionisti, studiosi e cittadini.
Nel pomeriggio, tre tavole rotonde affrontano i diversi piani dell’eredità di Pagnano:
- “Militello Borgo dei Borghi 2025”, con gli interventi del Sindaco Giovanni Burtone, del coordinatore della Rete dei Borghi Michelangelo Giansiracusa e dell’architetto Mario Caruso, tra i promotori della candidatura del Val di Noto alla lista del Patrimonio Mondiale UNESCO.
- “Il valore della didattica”, in cui docenti e studenti rifletteranno sul ruolo di Pagnano nella formazione universitaria.
- “Le opere e l’eredità”, con interventi di IN/ARCH Sicilia, progettisti e istituzioni, per indagare l’attualità della sua opera nel contesto contemporaneo.
Non solo per addetti ai lavori: un invito alla cittadinanza
Uno degli aspetti più rilevanti dell’iniziativa è l’apertura al pubblico più ampio. Non si tratta infatti di un evento chiuso tra professionisti, ma di una giornata pensata per studenti, cittadini, amministratori e curiosi. Perché, come sottolineano i promotori, “l’architettura è un atto civile, e la città è un bene comune”.
Chiude la giornata CINICOFEST, dj set nel chiostro dell’ex Monastero dei Benedettini, trasformato per l’occasione in una piazza informale di musica e confronto.
Militello come simbolo
Non è un caso che tutto accada a Militello. Questo borgo, noto per il suo straordinario patrimonio barocco, è anche oggi un luogo che guarda avanti: è candidato come Borgo dei Borghi 2025 e rappresenta perfettamente la tensione tra storia e progetto che Spazio Cinico vuole rappresentare. Militello è un laboratorio a cielo aperto per sperimentare un’architettura che sia radicata, consapevole, ma anche aperta e visionaria.
Una nuova stagione per l’architettura siciliana
Il 13 settembre sarà solo l’inizio. L’associazione Spazio Cinico – con il suo tono coraggioso, provocatorio e necessario – vuole diventare una voce nel panorama culturale dell’architettura italiana. Un luogo dove il pensiero si esercita, si mette in discussione, si affina.
E in un tempo in cui tutto sembra correre verso l’effimero e l’estetica dell’apparenza, ritrovare un luogo che invita alla profondità del pensiero e all’essenzialità del progetto è forse la vera rivoluzione.
Fabiola Foti