Rapporto Pendolaria 2025: le istanze di Legambiente Sicilia

di Giuliano Spina

La scorsa settimana Legambiente ha stilato il rapporto Pendolaria 2025, che ha evidenziato come le risorse destinate al Ponte Sullo Stretto portino la Sicilia a mantenere aperte ferite infrastrutturali piuttosto datate.

Ferite ancora aperte in Sicilia

Si può pensare alla linea ferroviaria Caltagirone-Gela, interrotta dal 2011, e la Palermo–Trapani via Milo, chiusa dal 2013. Questi dalla delegazione regionale dell’associazione vengono definiti dei collegamenti ferroviari fondamentali, che però sono fermi da oltre un decennio. A ciò si aggiunge anche la linea Siracusa–Ragusa–Caltanissetta, che malgrado sia funzionante vede che rotaie che si usurano al passaggio dei nuovi convogli, mettendo a rischio la sicurezza.

I ritardi nella realizzazione delle infrastrutture

Il presidente di Legambiente Sicilia, Tommaso Castronovo, ha sottolineato come finora vedere la costruzione del Ponte sullo Stretto e il miglioramento delle infrastrutture ferroviarie interne alla Sicilia sia solo una chimera.

«Finora abbiamo visto come ciò non sia possibile – ha detto Castronovo – perché il Ponte sullo Stretto sta assorbendo risorse preziose che potrebbero destinate a colmare il divario infrastrutturale interno, sia per quanto riguarda il trasporto pubblico regionale che quello locale. Ci sono alcune linee della metropolitana, del tram e dell’anello ferroviario di Palermo o quelle di Catania che stanno subendo notevoli ritardi, così come altre linee ferroviarie interne regionali che hanno subìto degli spostamenti delle linee di finanziamento che stanno provocando anche dei ritardi importanti per la loro realizzazione».

E il Ponte sullo Stretto?

Inoltre c’è sempre da ricordare che il Ponte sullo Stretto «ha assorbito circa 1,2 milioni di euro destinati dal Fondo Sviluppo e Coesione per la Regione Siciliana proprio per intervenire sul divario che noi abbiamo da un punto di vista, oltre che infrastrutturale, anche economico e sociale per essere più coesi con il resto del Paese. Investire sul Ponte sullo Stretto, oltre a essere inutile come intervento da fare per migliorare la viabilità nella nostra regione, è anche insostenibile da un punto di vista ambientale, oltre che, come sottolineato dalla Corte dei Conti, costoso in maniera incredibile».

Cosa ci vuole davvero?

Secondo il presidente di Legambiente Sicilia bisogna «tenere conto degli investimenti da destinare alle priorità, che sono tante e significative. Per questo motivo l’investimento è notevole, perché in alcuni casi si parla di potenziamento delle linee ferroviarie, mentre in altri si parla addirittura di ripristino. Ci sono alcune aree interne completamente abbandonate a sé stesse e non bastano 20 miliardi di euro per ridare tranquillità ai pendolari calabresi o siciliani. Questo problema del trasporto pubblico regionale c’è anche al nord e c’è bisogno di una cura del ferro per intervenire in maniera efficace anche per gli obiettivi di decarbonizzazione che impone la crisi climatica».