Le presenze misteriose nella nostra Isola si possono trovare in qualsiasi luogo e in qualsiasi angolo. Questa volta ci troviamo nella parte sud-orientale, precisamente ad Arenella, quartiere balneare della zona meridionale di Siracusa, nella Villa dei Tre Tocchi, conosciuta dagli abitanti aretusei anche con il termine dialettale di Villa re’ Spiddi (Villa degli Spiriti).
Si tratta di una villa che ricade esattamente sulla Strada Provinciale 106, che collega il centro di Siracusa con l’altrettanto nota frazione di Cassibile, e che è stata costruita nel XVIII secolo, in particolare come residenza estiva della nobile famiglia dei Giaracà.
Le leggende che ruotano attorno alla Villa
Attorno alla Villa dei Tre Tocchi ruotano diverse leggende e tra essere le più note sono tre: quella relativa ai Baroni di Fontane Bianche che vennero uccisi dai ladri che tagliarono la testa alla loro bambina gettandola in seguito in un pozzo; quella che racconta che un uomo, dopo aver saputo che la figlia era innamorata di un militare di ventura contro la sua volontà e della successiva morte della figlia e del militare, lanciò una maledizione a chiunque passasse davanti alla casa senza onorare il suo saluto devoto; infine quella delle tre sorelle che non trovavano marito per via della loro bruttezza e che vennero condannate alla solitudine.
Qual è la leggenda vera?
La guida turistica e archeologo Pietro Piazza ha raccontato come la Villa dei Tre Tocchi appartenesse ai Giaracà e ha detto quali leggende sono vere.
«La Villa apparteneva alla famiglia Giaracà – ha detto Piazza –, che erano dei ricchi imprenditori. Una delle vie vicino al mercato di Siracusa è dedicata a Emanuele Giaracà, poeta e patriota. Non appartiene alla Baronia di Fontane Bianche, come detto da molti, in quanto Fontane Bianche faceva parte del feudo di Cassibile, che apparteneva alla nobile famiglia di origine messinese dei Loffredo Pulejo Gutkowski, che nel tardo Settecento comprò il feudo di Cassibile. Chiamare i Giaracà Baroni di Fontane Bianche è sbagliato, anche se non si sa se il titolo lo abbiano acquistato in seguito».
«Le leggende nascono comunque dalla tradizione popolare, anche se la provincia di Siracusa non aveva un brigantaggio come quello post unitario. Queste ville venivano assalite dai corsari turchi, data la vicinanza del mare. Anche la storia della ragazza che si innamorò del militare di ventura è di un tipologia molto comune, perché la Sicilia era un fronte per il mare. La storia riguardante le tre figlie che per la loro bruttezza non trovarono marito e che furono condannate alla solitudine nella masseria fino alla morte è vera. I tre tocchi sono riferiti infatti a loro».
A cosa si riferiscono i Tre Tocchi?
Ma proprio i tre tocchi che danno il nome alla Villa hanno riferimenti diversi, in quanto «sono dovuti per rispetto ai due baroni e alla figlia alla quale venne tagliata la testa, alla storia della ragazza morta con il militare sempre come segno di rispetto per il padre e per le tre sorelle che abitavano dentro la masseria. I miei genitori mi raccontarono inoltre che dei ragazzi non suonarono per tre volte il clacson e caddero con il motorino negli anni ’80. La leggenda dice che se non suoni tre volte il clacson ti succede qualcosa di brutto, ma è solo leggenda».
Lo stato attuale della Villa e una leggenda molto particolare
Quel che c’è di vero adesso è che la villa è abbandonata e che «non si sa chi siano i proprietari, se gli stessi Giaracà o qualcun altro. Lo stato di abbandono attuale è gravissimo, con erba incolta, come molte masserie della zona».
Ma le leggende non finiscono, perché «si racconta che un ragazzo negli anni ’60 rimase senza benzina con la macchina, bussò alla villa e gli aprì una bellissima ragazza, che gli diede la benzina mostrandogli anche la villa ricchissima di mobili e decorazioni all’interno. Lui mise la benzina nella macchina e se ne andò, ma il giorno dopo per ringraziare la ragazza tornò alla villa, bussò e gli aprì un guardiano che gli disse che la ragazza era morta oltre 60 anni prima».







