Tra le meraviglie della nostra Isola che sprigionano il meglio da un punto di vista paesaggistico, architettonico e naturalistico ce n’è una che sorge nella parte sud orientale. Si tratta di Ragusa Ibla, parte antica dell’omonimo capoluogo di provincia, un luogo che affiora le proprie radici nell’antichità venendo però in seguito inevitabilmente coinvolta nell’opera di ricostruzione dell’intero capoluogo ibleo dopo il devastante terremoto del Val Di Noto del 1693.
Città nata come roccaforte fra tre fiumi
Ciò portò ad avviare una serie di cantieri che diedero vita a edifici, monumenti e più in generale opere di gusto tardo barocco. Ma, come abbiamo anticipato, Ragusa Ibla ha origini davvero antiche e la sua unicità la si nota anche sotto il profilo prettamente turistico. La guida esperienziale Gaetano Licitra mostra prima di tutto le vere origine storiche del luogo.
«Ibla prende il nome – spiega Licitra – proprio dal colle in cui fu fondata dai Siculi. Poi ebbe contatti con i Greci, con i Romani, che la conquistarono con un po’ di fatica, con i Bizantini. Ogni dominatore ha lasciato le sue tracce. A differenziarla dalla parte nuova è in primis il fatto di essere nata su un colle per essere difesa meglio e fra tre fiumi, il che la rendeva una roccaforte difendibile con fonti d’acqua vicine, una condizione quest’ultima fondamentale nei tempi antichi».
Le differenze con la parte nuova di Ragusa e il trekking urbano
La ricostruzione post tellurica ha portato una notevole influenza del barocco, ma Ragusa Ibla non è soltanto questo, è anche altro.
«Ragusa Ibla è Patrimonio dell’Unesco per via della presenza del barocco, ma nasce su una città medievale. Questo l’ha portata ad avere le strade in stile medievale e anche altre caratteristiche con monumenti però barocchi. La parte nuova di Ragusa è stata fondata su un pianoro, il Piano del Patro, con strade molto più larghe e perfettamente perpendicolari tra loro. A Ibla i vicoli sono sparpagliati e serpeggianti, mentre nella parte nuova sono dritti».
A Ragusa Ibla si può fare «trekking urbano perdendosi nei vicoletti, ognuno dei quali ha un aspetto e anche un odore diverso. Una cosa che è apprezzata dai turisti del nord e noi dell’associazione Novum organizziamo le passeggiate in questi vicoletti, ma soprattutto passeggiate fotografiche per coinvolgere i vari amanti della fotografia per scoprire luoghi nuovi. Ci sono anche luoghi sacri, con oltre 30 chiese, non tutte visitabili perché la maggior parte nascono come private, di famiglie benestanti o di confraternite».
Settimana santa e festa di San Giorgio patrimoni dell’Unesco
Ma nonostante ciò «noi abbiamo fatto degli accordi per poterle fare visitare e per poterle spiegare, ovviamente in base al periodo dell’anno. Ancora oggi le confraternite si occupano di organizzare la settimana santa per Pasqua, con le processioni con il simulacro dalle proprie sedi al duomo. Non è più caratteristico come una volta, a causa del divieto per i sacerdoti di vestirsi con la tunica bianca e con il volto coperto a Ragusa emesso anni fa. C’è però sempre una rappresentante della confraternita che veste con la tunica bianca e che porta i vari simboli. La processione fino al duomo viene fatta con la statua e questo dai turisti è molto apprezzato. Anche la settimana santa nostra è Patrimonio dell’Unesco ed è iscritta nel Registro dei Beni Immateriali della Regione Siciliana».
Anche la festa di San Giorgio ha una sua importanza, in quanto «porta milioni e milioni di turisti da tutto il mondo e che dovrebbe essere la terza festa in Sicilia come importanza. Dura tre giorni, ma anche questa festa fa parte del Registro dei Beni Immateriali e le diverse fasi richiamano tante persone. Si rifà all’antica tradizione, ma si rinnova di anno in anno e ha un grande effetto scenico».
Iniziative anche per i disabili
Anche in estate si può fare di tutto, ma una delle cose principali da poter fare in questa parte della città è il trekking urbano, anche se «la morfologia mette in difficoltà per esempio le persone con problemi di deambulazione. Ma anche in questo senso stiamo lavorando perché organizziamo percorsi fotografici nei quali non si devono salire o scendere le scale. Al Duomo da qualche anno pure le carrozzine possono accedere tramite una ascensore».








