Dopo alcuni mesi di silenzio artistico, Rosalía è tornata con un brano che ha già fatto discutere. Si intitola Berghain e porta il nome del celebre club techno di Berlino, simbolo di trasgressione e libertà. La canzone, pubblicata a fine ottobre 2025, segna l’inizio di una nuova fase per la cantante catalana, che lascia momentaneamente da parte il flamenco urbano e abbraccia un suono più elettronico, sperimentale e spirituale.
Un titolo non casuale
Il titolo non è casuale. Il Berghain è considerato uno dei templi mondiali della musica elettronica, un luogo dove la notte diventa rito e la danza si trasforma in esperienza collettiva. Rosalía lo usa come metafora per raccontare un viaggio interiore, fatto di desiderio, vulnerabilità e rinascita.
La canzone, scritta insieme a Björk e Yves Tumor, unisce tre lingue e tre sensibilità artistiche diverse. In spagnolo, Rosalía canta versi come «Solo soy un terrón de azúcar, sé que me funde el calor», cioè «Sono solo un pezzo di zucchero, so che il calore mi scioglie». È un’immagine delicata e potente che racconta la fragilità dell’amore e la resa di fronte a una passione che consuma.
L’intervento di Björk
Björk interviene in tedesco con frasi dal tono quasi liturgico, come «Seine Angst ist meine Angst, seine Wut ist meine Wut», cioè «La sua paura è la mia paura, la sua rabbia è la mia rabbia». Le sue parole trasformano la canzone in una sorta di preghiera contemporanea, dove l’unione emotiva diventa totale, quasi mistica.
Yves Tumor porta invece la canzone su un piano più carnale, con versi in inglese che evocano il desiderio e la tensione fisica. La fusione delle tre voci crea un contrasto tra sacro e profano, tra spirito e corpo, che è il cuore del brano.
Cosa è musicalmente Berghain?
Musicalmente, Berghain è un intreccio di elettronica, archi e ritmi ipnotici. La voce di Rosalia si muove tra dolcezza e potenza, guidando l’ascoltatore in un percorso che assomiglia a un rito di purificazione.
Con Berghain, Rosalía conferma di essere un’artista capace di reinventarsi senza paura. Dopo il successo globale di Motomami, sceglie una direzione più intima e concettuale, dove ogni suono e ogni parola diventano simbolo. Il club berlinese diventa il luogo ideale per rappresentare il passaggio da una fase all’altra, la morte di un’identità e la nascita di una nuova.








