Tra le aree più suggestive della nostra Isola che esercitano un forte richiamo turistico c’è la Riserva Naturale Speciale del Lago di Pergusa, situata nell’omonima frazione della zona meridionale di Enna. Istituita nel 1995 con una legge della Regione Siciliana, si estende per 402,5 ettari e comprende una Zona A e una Zona B, oltre ovviamente all’omonimo lago.
La nascita della Riserva trent’anni fa
Quest’ultimo è un lago salmastro endoreico, cioè sprovvisto di emissari e di immissari, e la zona è una vera e propria culla della biodiversità, con diverse specie di piante, di uccelli migratori e anche un particolare tipo di pesce, che scopriremo più avanti.
Come tante altre riserve naturali della nostra Isola, anche la Riserva Naturale Speciale del Lago di Pergusa è stata realizzata dopo anni di lotte e di tira e molla, come spiega la guida turistica Luisa Gardali, che afferma: «Nell’autodromo prima si svolgevano gare automobilistiche e motociclistiche, mentre adesso vi si svolgono esibizioni e non più per gare importanti. Intorno alle fine degli ’80 gli ambientalisti e i zoologi cominciarono a rivendicare l’istituzione della Riserva, in quanto la flora e la fauna erano disturbate dai rumori dei motori. L’anello lacustre misura 4 chilometri e mezzo e ci sono sia la Riserva Pergusina che quella di Proserpina, adiacenti al lago. Quest’ultima è più fruibile perché si trova all’ingresso del lago e adesso è a portata di famiglie, bambini, sportivi, mentre l’altra è a terrazza ed è più difficile da praticare».
La fauna e la flora presenti
La fauna e la flora, come abbiamo detto, sono molto ricche, in quanto «ci sono aironi cinerini e polli sultani, che rappresentano uno dei pochi volatili che migra solo sul Lago di Pergusa. Per la flora ci sono le canne, le selci e i pini. Il problema è all’interno del lago riguardo ai pesci. Siccome ci troviamo in un lago salmastro vive solo il mazzamuro, che è un pesce particolarissimo, e la consistenza del lago dà a questo pesce la possibilità di vivere tranquillamente, mentre altri pesci non riescono».
Ma il lago si nutre solo di pioggia
All’interno del lago non vi si pratica alcuna attività di acquacoltura e «fanno solo qualche sondaggio le biologhe dell’Università di Catania che della Kore di Enna per vedere il livello di salute del lago. Il lago, essendo endoreico, alcune volte sparisce perché si nutre soltanto di acqua piovana. Per un periodo di tempo tutte quelle falde che venivano dalle strade e dai dintorni del lago di Pergusa portavano l’acqua piovana a confluire all’interno dell’invaso. Poi qualcuno della materia disse che non poteva essere immessa all’interno del lago perché alterava quella che era la composizione chimica. Così vennero chiuse le saracinesche non immettendo più acqua all’interno del lago».
Questo scenario porta a rendere l’area invivibile durante l’estate, ma qui ritorna anche un cenno storico. «Quando Mussolini fondò il Villaggio Pergusa trovò un pantano. Riferendosi al Ratto di Proserpina portò avanti le bonifiche che fecero nascere questo bellissimo villaggio, che dava a sua volta la possibilità ai minatori di raggiungere le miniere Floristella e Grottacalda con le corriere».
Anche qui si combatte la siccità
Infine la siccità ha fatto sentire i suoi effetti anche in questa zona, in quanto «all’interno del bacino c’è un metro e 80 di acqua, ma quando il lago è salute raggiunge pure 8 metri di profondità. Non c’è mai stata una pulizia nell’anello d’intorno e quindi le canne di bambù continuano a invadere il centro del letto lacustre. I biologi però dicono che all’interno di queste canne nidificano gli uccelli e che per questo motivo non possono essere rimosse. La lotta per la rimozione però continua perché questa è una riserva molto gradevole per le passeggiate delle famiglie e tutto l’indotto deve vivere bene attorno al lago».








