La scorsa estate nell’isola di Mozia, antica colonia fenicia forse tra le più dimenticate in Sicilia negli ultimi anni ricadente nei pressi di Marsala, è stata fatta una scoperta a dir poco suggestiva. Si tratta del reperto raffigurante la Giovinetta di Mozia.
L’Università di Palermo artefice della scoperta di questa statua di marmo
Il ritrovamento della Giovinetta è avvenuto nella campagna di scavi archeologici più recente e a guidare il team di ricercatori che ha ottenuto questo straordinario risultato è stata la professoressa Paola Sconzo, docente all’Università degli Studi di Palermo e a capo delle missioni archeologiche a Mozia.
Si tratta di una statua di marmo ritrovata in uno di quelli che nell’antichità era uno dei più grandi rifornimenti di ceramica punici del Mediterraneo centrale, il Ceramico. Gli scavi sono stati condotti dallo stesso ateneo palermitano nell’ambito di una convenzione con la Sovraintendenza ai Beni Culturali di Trapani.
Adesso si attende il restauro
La Sovraintendenza ai Beni Culturali della Regione Siciliana ha fatto sapere tramite un suo portavoce come si sia trattato di un evento di portata internazionale, in quanto l’isola di Mozia si conferma un crocevia del Mediterraneo antico e anche custodi di tesori antichi.
La statua è alta 72 centimetri, se si considera anche il piccolo piedistallo sul quale sono poggiati i piedi. C’è da considerare anche che mancano le parti superiori del torso e della testa. Una volta ritrovata questa statua ci sarà da ricostruirne la storia, e le tecniche di lavorazione e questo scopo contribuiranno le operazioni di restauro nei laboratori regionali.
Quasi mezzo secolo dopo il ritrovamento del Giovinetto
La portata storica del ritrovamento della Giovinetta è importante, dato che è avvenuta a quasi 46 anni di distanza dal ritrovamento del Giovinetto. Era infatti l’8 ottobre del 1979 quando la statua raffigurante quello che viene chiamato anche Efebo venne ritrovata in un’area riservata alla lavorazione della ceramica nei pressi del santuario di Cappiddazzu, in un cumulo di detriti.








