Torrenti esondati, strade che diventano fiumi, pali divelti, case allagate e persino auto che finiscono in mare. La costa della provincia di Catania compresa tra le zone di Aci Castello, Acireale, Giarre, Riposto e Mascali in caso di eventi piovosi di una certa portata si trova alle prese con migliaia di problemi relativi alla sicurezza, in virtù dei danni che questi eventi provocano.
I danni del maltempo dello scorso anno
Ancora oggi a distanza di quasi un anno ricordiamo molto bene i danni che le forti piogge provocarono in diverse zone della costa, come la frazione rispostese di Torre Archirafi, nella quale un’auto parcheggiate andò a finire in mare, quella giarrese di Altarello, dove un torrente è esondato, la zona della Timpa di Acireale, dove è avvenuta una frana, e la parte alta di Aci Castello.
Proprio in quest’ultima parte durante gli anni del boom economico le costruzioni vennero erette su un terreno argilloso, che dopo un periodo di una certa durata nel quale le piogge sono assenti alla prima bomba d’acqua si scioglie come neve al sole provocando non pochi problemi per i fabbricati e di conseguenza anche per i residenti.
Due livelli di pericolosità
Il geologo Salvatore Torrisi spiega nel dettaglio da dove provengono i dati esatti e in quale modo la pioggia può davvero provocare danni ingenti.
«Attualmente la vera fonte di notizie – afferma Torrisi – per quanto riguarda la pericolosità geologica dell’area dell’acese è la raccolta di dati del Piano Assetto Idrogeologico, che è a scala regionale e che dà notizia sulla pericolosità dei dissesti attivi e di quella idraulica. Si parla di pericolosità dei dissesti, che riguarda tutte le forme di movimento di massa del versante, e di pericolosità idraulica, ovvero la capacità dell’acqua di erodere o invadere determinate zone del territorio. Entrambe le cose direttamente connesse alla quantità di pioggia nell’unità di tempo. La piovosità può avere una quantità di millimetri, ma dobbiamo chiederci anche in quanto tempo cade questa pioggia. Se la pioggia è distribuita nel tempo l’acqua defluisce in modo più lento, mentre in caso di piogge intense in meno tempo la capacità di infiltrazione nel sottosuolo diminuisce notevolmente e l’aliquota che resta in superficie è notevole».
Cosa bisogna fare e qual è lo stato attuale dei progetti
Nella zona dell’acese il problema è rappresentato «dai dissesti, ovvero dalle frane e da tutte quelle situazioni di pericolosità causate dall’estirpazione del terreno fino al deposito successivo. Le frane vengono classificate in base alla quantità di massa, alla tipologia e alla geometria».
Dalla politica si attendono risposte, in quanto «sappiamo che c’è tutta una serie di misure e di finanziamenti per migliorare la qualità delle strade e per le acque piovane nelle fognature. Nella zona di Acireale ci sono diversi progetti in itinere, ma ancora si è a livello di progettazione. Nella zona di Aci Castello una certa importanza la rivestono i movimenti del sottosuolo e in particolar modo delle argille, che costituiscono il substrato assieme a degli strati di sabbia e che spesso affiorano. Bisogna avere l’accortezza di progettare con adeguata cura, perché un conto è costruire dove ci sono le lave, che hanno una certa resistenza, e un altro è costruire dove c’è l’argilla. Ci vogliono platee che oppongono una certa resistenza quando ci sono cedimenti».








