Tra le attività più antiche dell’umanità vi è quella di narrare miti e leggende, stretti attorno a un fuoco, condividendo emozioni e immaginazione. Il gioco di ruolo da tavolo raccoglie questa eredità e la rinnova: il racconto non si ascolta soltanto, ma si vive e costruisce in prima persona.
Chiudete gli occhi e immergetevi in un regno incantato. Indossate i panni di valorosi guerrieri o paladini, potenti maghi, abili piloti di astronavi e muovetevi tra castelli medievali, galassie lontane lontane o oscuri sotterranei utilizzando esclusivamente ciò che la vostra mente riesce a immaginare. Potete quasi toccare il duro granito delle mura o scrutare l’immensità dell’universo…eppure siete seduti intorno ad un tavolo, con i dadi che tintinnano e gli amici al vostro fianco.
Nessuno sa cosa accadrà, non esiste un copione e la trama prende vita sul momento tra decisioni e colpi di scena. Ecco l’essenza del roleplay: una storia condivisa da scrivere insieme!
Ma cos’è, in concreto, un gioco di ruolo da tavolo?
Nel GdR (abbreviazione ormai di uso comune) ogni partecipante interpreta un personaggio con caratteristiche, punti di forza, debolezze, sogni e aspirazioni.
Il concetto chiave è l’interpretazione: non si agisce da sé, ma come i personaggi che si incarnano. Il “Master” o “Narratore” è colui che gestisce e crea gli eventi: descrive gli ambienti, propone sfide e dà voce ai personaggi non giocanti (cioè tutte quelle figure che abitano il mondo immaginario e che contribuiscono a rendere l’ambientazione viva e credibile, pronta a reagire alle scelte dei giocatori). Chi siede al tavolo decide come agire e contribuire al flusso narrativo che diventa un grande romanzo corale.
Ogni partita è diversa poiché ogni gruppo sceglie strade, anche morali ed etiche, del tutto differenti. Non esiste vittoria o sconfitta in senso tradizionale: l’incanto sta nell’aver vissuto un’avventura memorabile. Le sessioni, che possono durare ore, si sviluppano in serate singole ma anche in campagne che continuano per mesi o anni. Come a teatro, la narrazione avviene quasi sempre in prima persona, mentre dadi, schede del personaggio o carte introducono quel pizzico di imprevedibilità che rende il tutto più avvincente.
Ma il vero motore del gioco resta la fantasia!
Pioniere del fenomeno è senza dubbio il celebre Dungeons & Dragons. Creato da Gary Gygax e Dave Arneson e pubblicato nel 1974, è tornato sotto i riflettori grazie a serie TV come Stranger Things.
Oggi, nuove generazioni di GdR hanno ampliato il panorama: ai titoli fantasy si sono affiancati quelli fantascientifici, horror, investigativi o comici oltre a produzioni ispirate a grandi opere cinematografiche o letterarie.
Anche l’Italia ha dato un contributo importante. Celebre è Sine Requie di Matteo “Curte” Cortini e Leonardo Moretti, ambientato in una realtà alternativa, distopica ed oscura iniziata il 6 giugno del 1944; o, ancora, Lex Arcana, ideato da Leo Colovini, Dario De Toffoli, Marco Maggi e Francesco Nepitello, che immagina un Impero Romano mai caduto. In tempi recenti hanno conquistato il pubblico internazionale Brancalonia – definito “spaghetti fantasy” – e Inferno, Dante’s Guide to Hell (la prima esperienza di gioco a tema dantesco mai realizzata) entrambi firmati dal messinese Mauro Longo.
In definitiva, non importa se l’eroe sopravvive o cade, se il regno viene salvato o distrutto, ciò che resta davvero è la storia che si è scritta in compagnia. E il tavolo da gioco, in fondo, diventa un focolare contemporaneo: un luogo in cui raccontare, emozionarsi e costruire legami.
Salvatore Mellia