La storia del chirurgo di guerra e fondatore di Emergency nell’edizione per i più piccoli. Richiesta di abolizione dei conflitti bellici e diritto universale alla salute.
Diventa un libro per ragazze e ragazzi a partire dai 12 anni «Una persona alla volta», il volume postumo di Gino Strada, a cura di Simonetta Gola, la sua seconda moglie, direttrice della Comunicazione di Emergency.
La storia del chirurgo di guerra e fondatore di Emergency nell’edizione per i più piccoli è il «Diario di un sogno possibile» con illustrazioni a colori di Marcella Onzo e sarà in libreria per Feltrinelli Junior il 14 marzo con prime copie in arrivo, in anteprima, alla Bologna Children’s Book Fair, dal 6 al 9 marzo.
«Abbiamo tagliato alcune parti del testo, introdotto qualche minimo chiarimento dove più ci sembrava necessario e ora te lo affidiamo con la speranza che ti appassionerai a quello che racconta. In queste pagine troverai un po’ della vita di Gino, ma soprattutto il suo appello appassionato a riflettere – e ad agire – su due questioni urgenti: che la guerra è una malattia da cui l’umanità deve e può guarire e che la cura è un diritto che spetta a ognuno di noi», dice Simonetta Gola nella prefazione rivolgendosi ai ragazzi e alle ragazze.
Abolizione della guerra e diritto alla salute universale
Nel libro, che sostiene Emergency, risuonano profondamente la richiesta di abolizione della guerra e il diritto universale alla salute che sono stati i fondamenti della vita di Gino Strada, morto il 13 agosto 2021. «Sono un chirurgo. Una scelta fatta tanto tempo fa, da ragazzo. Non c’erano medici in famiglia, ma quel mestiere godeva di grande considerazione in casa mia. Fa il dutur l’è minga un laurà, diceva mia madre, l’è una missiùn. Un’esagerazione? Non so, ma il senso di quella frase me lo porto ancora dentro, forse mia madre era una inconsapevole ippocratica», dice Strada in questo racconto in prima persona della sua missione, durata tutta la vita che non vuol essere un’autobiografia, ma la storia dell’emozione e del dolore, della fatica e dell’amore di una grande avventura di vita.
Un percorso che ha portato Gino Strada a conoscere i conflitti dalla parte delle vittime e che è diventata di per se stessa una provocazione.
Una missione che parte da Sesto San Giovanni, la Stalingrado d’Italia con le grandi industrie, gli operai, il partito, il passato partigiano.
A Milano, nelle aule dell’Università di Medicina e al Policlinico, Strada scopre di essere un chirurgo, perché la chirurgia gli assomiglia: davanti a un problema, bisogna salvare il salvabile. Agendo subito.
Una passione che l’ha portato lontanissimo: in Pakistan, in Etiopia, in Thailandia, in Afghanistan, in Perù, in Gibuti, in Somalia, in Bosnia, dedicando tutta l’esperienza in chirurgia di urgenza alla cura dei feriti. In Diario di un sogno c’è anche il racconto della nascita di Emergency nel 1994 e del primo progetto in Ruanda durante il genocidio. Emergency arriva in Iraq, in Cambogia e in Afghanistan, dove ad Anabah, nella Valle del Panshir, viene realizzato il primo Centro chirurgico per vittime di guerra.
«Forse allora il senso di questo libro è anche questo: non arrenderti all’ingiustizia, osserva, vivi, fai domande, immagina le alternative possibili. Trova la tua voce, inizia ad agire per un mondo diverso. Puoi? Certo che puoi: proprio ora, fra le tue mani, hai l’esempio di una persona che l’ha fatto», dice Simonetta Gola.
Gino Strada e la nascita di Emergency:
Gino Strada nasce a Sesto San Giovanni, in provincia di Milano, il 21 aprile 1948.
Si laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università Statale di Milano e si specializza in Chirurgia d’Urgenza.
Per completare la formazione da medico-chirurgo, negli anni Ottanta vive per 4 anni negli Stati Uniti, dove si occupa di chirurgia dei trapianti di cuore e cuore-polmone presso le Università di Stanford e di Pittsburgh. Si sposta poi in Inghilterra e in Sud Africa, dove svolge periodi di formazione presso l’ospedale di Harefield e presso il Groote Schuur Hospital di Città del Capo.
Nel 1988 decide di applicare la sua esperienza in chirurgia di urgenza all’assistenza dei feriti di guerra. Negli anni successivi, fino al 1994, lavora con la Croce Rossa Internazionale di Ginevra in Pakistan, Etiopia, Tailandia, Afghanistan, Perù, Gibuti, Somalia, Bosnia.
Nel 1994, l’esperienza accumulata negli anni con la Croce Rossa spinge Gino Strada, insieme alla prima moglie Teresa Sarti e alcuni colleghi e amici, a fondare EMERGENCY, Associazione indipendente e neutrale nata per portare cure medico-chirurgiche di elevata qualità e gratuite alle vittime delle guerre, delle mine antiuomo e della povertà.
Il primo progetto di EMERGENCY, che vede Gino Strada in prima linea, è in Ruanda durante il genocidio. Poi Iraq e Cambogia.
Nel 1998 parte per l’Afghanistan: raggiunge via terra il nord del Paese dove, l’anno dopo, EMERGENCY apre il primo progetto nel Paese, un Centro chirurgico per vittime di guerra ad Anabah, nella Valle del Panshir.
Gino Strada rimane in Afghanistan per circa 7 anni, operando migliaia di vittime di guerra e di mine antiuomo e contribuendo all’apertura di altri progetti nel Paese.