Stipendi da 150, 200 euro al mese per turni di lavoro estenuanti. Ferie e riposi settimanali neanche a parlarne. Era questo l’incubo vissuto da quattro dipendenti marocchini che hanno trovato il coraggio di denunciare un imprenditore agricolo 56enne di Ragalna, titolare di un’azienda agricola.
L’imprenditore, ritenuto responsabile di sfruttamento del lavoro ed estorsione, è stato sospeso per un anno. L’accusa di estorsione è stata elaborata a seguito delle indagine coordinate dalla Procura della Repubblica che rilevavano come il titolare dell’azienda in più occasioni avrebbe costretto i propri dipendenti a consegnargli somme di denaro, complessivamente pari a € 8.000,00 circa, con il pretesto di doverli utilizzare per ottenere la loro regolarizzazione mediante l’attivazione della pratica di emersione del lavoro irregolare presso la locale Prefettura, minacciandoli di licenziamento o di non inoltrare la predetta richiesta di regolarizzazione, qualora tali somme gli fossero negate.
Durante le perquisizioni delegate da questo Ufficio sui terreni di pertinenza della citata azienda agricola, siti in Ramacca e Paternò, il personale operante individuava altri sei lavoratori dei quali quattro in nero con riferimento alla posizione dei quali l’imprenditore veniva ulteriormente segnalato.
E.G.