Riceviamo e pubblichiamo una nota in risposta all’articolo pubblicato il 29 marzo intitolato A Cannizzaro un centro raccolta per rifiuti pericolosi. A replicare è l’assessore all’Ecologia, Salvo Danubio
«L’area in cui sorge il Centro di Raccolta nella frazione di Cannizzaro è un’area già prevista nel Piano Regolatore. Tra l’altro – sottolinea l’assessore Danubio – il progetto presentato dall’attuale amministrazione segue, seppure in maniera ridimensionata, la linea del progetto presentato dalla precedente amministrazione guidata dall’ex sindaco Filippo Drago.
Il progetto dell’ex amministrazione, infatti, prevedeva un finanziamento ottenuto e poi revocato di 2,8 milioni euro, progetto che avrebbe permesso al Comune di Aci Castello di mettere in rete i centri di raccolta di altri comuni e, in particolare, quelli confinanti con il comune di Catania, dettaglio facilmente rintracciabile dai verbali delle riunioni a cui l’ex amministrazione ha partecipato. La differenza tra il progetto dell’ex amministrazione comunale e il nostro centro di raccolta – precisa l’assessore Danubio – è che quest’ultimo è stato presentato dall’SRR e prevede la tipologia di raccolta differenziata che non accenna al conferimento di altri comuni.
I materiali che nell’articolo pubblicato da ‘L’Urlo’ vengono definiti quali “rifiuti pericolosi” sono rifiuti che vengono raccolti in tutte le isole ecologiche comunali e basterebbe documentarsi e informarsi sul fatto che i neon, le batterie, l’olio usato e altri materiali di scarto cosiddetti ‘speciali’ o ‘pericolosi’, vengono regolarmente raccolti nei centri di ritiro che esistono proprio per tale funzione. Inoltre – sottolinea l’assessore – il progetto del nostro centro di raccolta è ridimensionato di un terzo rispetto al progetto della precedente amministrazione, centro ecologico che non potrà accogliere altra tipologia di rifiuti contrariamente a quanto sostenuto dall’ex sindaco Filippo Drago».
Non si fa attendere la controreplica «La mia amministrazione, dove sedeva lo stesso Danubio, ha acquisito un progetto già fatto dell’Aciambiente, per cui questa aveva precedentemente presentato domanda di finanziamento. In considerazione che l’Aciambiente non poteva più beneficiare del finanziamento, perché posta in liquidazione, venne concordata la cessione della titolarità del progetto al Comune di Aci Castello. Tutto ciò premesso, il progetto poteva essere dimensionato, valutato e modificato sulla base delle esigenze dei nostri concittadini e del nostro territorio. Infatti abbiamo fatto numerosi incontri pubblici per confrontarci sul progetto stesso. In ogni caso, nel mio progetto, non sarebbe mai stata accettata nessuna soluzione contenente la dizione rifiuti pericolosi».

Nodo Cimitero con 6.100 loculi previsto sulla stessa via Napoli
«Relativamente al cimitero, infine, la Giunta Comunale fa sapere che non ci sono novità circa le proposte pervenute dall’impresa interessata – specifica la nota contenente la dichiarazione dell’assessore Danubio – comunque, è doveroso ricordare che in campagna elettorale è stato presentato ai cittadini un programma da tutti i candidati a sindaco: in base a questo è stata eletta l’amministrazione attualmente in carica guidata dal sindaco Carmelo Scandurra».
«Per quanto concerne il cimitero – risponde ancora Filippo Drago – ci troviamo di fronte all’ennesimo tentativo di distruzione del territorio.
6.100 loculi presentati e voluti da questa amministrazione rappresentano lo scempio finale per il nostro paese e ci opporremo a questo con tutti i mezzi e le forme».
«Durante la campagna elettorale è stato detto – continua Drago – che occorreva mettere a posto il vecchio cimitero monumentale per cui esiste un progetto già approvato dal nostro ufficio tecnico. Non so per quale motivo abbiano deciso di farlo scomparire. Qualora comunque si fosse reso necessario creare un nuovo cimitero, avremmo predisposto un progetto conforme alle esigenze dei cittadini castellesi. Non avremmo certo pensato alle speculazioni di carattere edilizio cimiteriale o a fare cassa vendendo loculi in eccesso a chi non abita il nostro comune e non trova posto nel suo».
«Assessore e sindaco, pro tempore come Stanlio e Olio, tentano di nascondere i loro veri intenti. Sono giunto per la prima volta al Comune di Aci Castello nel 2009, prima (io) non avevo rivestito alcuna carica, ed ho trovato una situazione disastrosa. Milioni e milioni di debiti. Scandurra, già dagli anni ’90, era presenza fissa in veste di amministratore. Al tempo in cui ero sindaco loro erano sempre presenti ma non gli ho permesso i margini di manovra che avrebbero voluto. Oggi ritorna lo scempio, l’esempio più lampante di questa distruzione: lo spostamento incredibile del chiosco al centro di piazza Castello con il corridoio, che dovrebbe servire da accesso alla piazza stessa, dato invece in concessione di suolo pubblico allo stesso chiosco. Per non parlare poi del raddoppio dell’albergo sulla faglia ad Aci Trezza» conclude così l’ex sindaco Filippo Drago.