Gli stereotipi si combattono su diversi fronti, chi ha stabilito che il rosa è un colore femminile e l’azzurro è maschile? Così come i giocattoli, i mestieri e qualunque cosa che viene categorizzata.
Sposto l’argomento sul mondo delle fiabe e dei libri per bambini dove alcuni personaggi hanno sempre rivestito il ruolo del cattivo che terrorizza e mangia tutti.
Il più additato è sicuramente il famoso “lupo cattivo”, e se invece invertissimo i ruoli e anziché puntare sulla figura del cattivo puntassimo sull’esaltazione della furbizia femminile? Sicuramente avremo la possibilità di fornire ai bambini degli strumenti per fare ragionamenti, analisi, e riflessioni.
Adesso ad essere cattivo non è più il lupo
Per fortuna molti autori famosi hanno pensato di sovvertire le parti e rielaborare la classica fiaba di Cappuccetto rosso, dando vita a versioni divertenti e moderne che aiutano le nuove generazioni a cambiare dei punti di vista tanto radicati nella nostra società.
Il primo albo illustrato che voglio mostrarvi è “Attenti alle ragazze” di Tony Blundell (il Barbagianni editore) ristampato recentemente. Per raccontarvelo vorrei partire da un’affermazione di mio figlio durante la lettura :”Ma questa bambina è maleducata!”, devo confessarvi che queste parole hanno dato vita nella mia mente ad una serie di riflessioni, partendo dal fatto che non mi sarei aspettata questa sua considerazione, piuttosto avrei immaginato “attenta bambina che il lupo vuol mangiarti”…ma andiamo per ordine.
“Attenti alle ragazze” è la storia di un lupo che ha molta fame e bussa alla porta di una ragazzina sfacciandosi per la nonna, ma la bambina capendo subito le intenzioni del lupo risponde a chiare lettere che non poteva essere la sua nonnina perché lei indossava un abito a fiori , le portava il miele e le uova, allora il lupo torna indietro per procurarsi tutte queste belle cose, e comincia così un ping pong di richieste tutte le volte che il lupo bussa alla porta, finché la bimba non inventa che la sua nonnina porta con sé sempre una grossa pietra e dei palloncini attaccati alla coda…quindi l’ingenuo lupo fa esattamente quello che dice la ragazzina fino a cadere nella trappola di lasciare la pietra ed essere trasportato in cielo dai palloncini facendo perdere le sue tracce.
Siamo di fronte ad una grande rivincita della “bella bambina” incontrata nel bosco.
Tornando alla considerazione del mio bimbo, direi che probabilmente ha cominciato ad abbandonare i pregiudizi e le categorizzazioni e questa sua evoluzione di pensiero non può che riempirmi di gioia e avvalorare l’importanza che riveste il proporre libri di qualità già dai primi anni di vita.
Un altro esilarante albo illustrato che sminuisce la fama del grande lupo cattivo è senza dubbio “Il mio palloncino” di Mario Ramos (ed. Babalibri). Ramos è considerato l’autore dello stravolgimento delle convenzioni nonché il “padre” dei lupi, con la trilogia “Sono il più forte”; “Sono il più furbo” , “Sono il più bello”, ha completamento rovesciato e ridicolizzato la figura del lupo.
“Il mio Palloncino” è la storia di Cappuccetto Rosso, che passeggia nel bosco canticchiando e tenendo in mano il suo palloncino felice di andare a mostrarlo alla nonna. Durante il suo cammino più volte viene impaurita dalla comparsa improvvisa di vari animali, ma tra giraffe, elefanti , leoni… per fortuna sembra raggiungere la sua destinazione senza aver incontrato il temibile lupo cattivo che come recita nella sua canzoncina “l’avrebbe mangiata senza un perché!”…purtroppo anche in questa storia il lupo si presenta con le più cattive intenzioni tanto da fiondarsi con i suoi artigli sulla bambina riducendo il palloncino a brandelli . Ecco che qui arriva l’umorismo tipico di Ramos, che rimanda alla prepotenza tipica dei bambini quando vogliono o perdono qualcosa, il grande urlo di cappuccetto, tanto assordante da costringere il lupo alla fuga.
“Non c’è peggio di un buono che diventa cattivo”
Il mio palloncino mostra dunque in modo apertamente sarcastico la veridicità di quell’antico detto “Non c’è peggio di un buono che diventa cattivo”, dato che le reazioni da parte di una persona mite di fronte ad una ingiustizia possono essere eclatanti ed esplosive.
L’iconografia utilizzata da Mario Ramos è sicuramente sinonimo di un sguardo attento al mondo dell’infanzia, le sue illustrazioni sono cariche di colore, dai contorni neri ben definiti e portatori di quella semplicità che l’artista si proponeva di ricercare per comunicare a vari livelli di lettura.
Possiamo affermare infatti che quasi tutti i libri di Mario Ramos sono adatti a più età, perché se da un lato le immagini accattivanti e spiritose catturano l’attenzione dei bimbi dai 3 anni, dall’altro i più grandicelli potranno coglierne il vero umorismo celato nelle storie e le assurdità iconografiche.
Cappuccetto Rosso non ha paura del lupo
Un altro magnifico albo illustrato che rovescia i ruoli, è un libro piccino (solo per il formato) di Marjolaine Leroy “Un piccolo Cappuccetto Rosso” (ed. Logos).
Ha un impianto illustrativo essenziale come le parole che lo accompagnano, solo due i colori utilizzati, nero per il lupo e rosso per cappuccetto, su fondo bianco. Essenziale è anche l’umorismo!
Non c’è molto da capire se non ridere come per quelle barzellette cortissime che fanno ridere proprio per l’assurdità e la banalità .
In questo caso il lupo acchiappa la bambina prima che raggiunga casa della nonna, poche battute tra loro , quelle classiche della fiaba originale, ma all’affermazione “per mangiarti meglio” la furba bambina risponde “No…hai l’alito che puzza”!
Il lupo stizzito da questa considerazione accetta la caramella che le offre cappuccetto per rinfrescare l’alito.
Ma Ahimè…non ha fatto i conti con la mente brillante dei bimbi (in questo caso anche un po’ cattiva) e viene avvelenato dalla caramella …“Ingenuo”!
Charles Perrault nel 1697 scrisse la prima versione di Cappuccetto Rosso, più inquietante e intenzionalmente cattiva rispetto a quella più dolce riscritta dai fratelli Grimm nel 1800.
“Un piccolo Cappuccetto rosso” di M. Leroy può spaventare leggendone solo la trama, ma vi assicuro che i bimbi coglieranno soltanto l’aspetto umoristico e si concentreranno solo sull’alito che puzza, battuta studiata ad hoc per bambini dai 3 anni che sono tanto attratti da situazioni imbarazzanti e parole divertenti, inoltre le illustrazioni rimandano ai disegni elementari e agli schizzi dei bambini, per cui sarà molto semplice per loro entrare perfettamente nella comunicazione visiva che vuole offrire l’autrice.
Non preoccupiamoci quindi di proporre storie più crude dopo i 3 anni, perché i personaggi cattivi devono esistere e la paura è un’ emozione che indubbiamente i bambini devono conoscere per riuscire a muoversi nel mondo. Ma almeno nelle storie diamogli la possibilità di non vedere tutto bianco o nero, in questo caso nero, perché a volte nella vita i veri lupi non sempre sono riconoscibili per cui apriamo le menti dei nostri figli già da bambini e abbattiamo pregiudizi e stereotipi, citando Pestalozzi ricordiamoci che l’ambiente educativo ideale è quello domestico e familiare…