Volley, la Saturnia è campione d’inverno

di Alessia Lo Monaco

La Saturnia è campione d’inverno. Nel recupero dell’11/a giornata di Serie A3 di volley maschile, i ragazzi di Waldo Kantor battono 3-1 l’Aurispa Libellula Lecce e sfatano il tabù di Tricase. Un successo meritato non solo per la prestazione in campo ma soprattutto perché consegna alla Saturnia il primato in classifica nel girone blu con 32 punti. Un titolo desiderato da tutto il gruppo e che rappresenta la ciliegina sulla torta di una prima parte di campionato affrontata al massimo e ricca di emozioni. I biancoblu si godono quindi questo successo ma tra soli quattro giorni torneranno nuovamente in campo. Lunedì 26 dicembre la Saturnia sfiderà al PalaCatania Modica nel derby valido per la prima giornata del girone di ritorno di volley. Una partita da non sbagliare per riscattare il passo falso commesso all’andata.

“Ricorso inammissibile”

La vigilia della partita di Lecce però è stata condizionata dalla sentenza del giudice federale che ha dichiarato inammissibile il ricorso, presentato a inizio settimana, che “chiedeva la ripetizione della partita persa con Ortona per errore tecnico della coppia arbitrale”. E come se non bastasse ad aggravare il quadro è arrivata l’inattesa e pesante squalifica (3 giornate) comminata al capitano e regista Marco Fabroni.

Le reazioni

“Il primo posto alla fine del girone d’andata è il giusto riconoscimento al lavoro della squadraha dichiarato il presidente Luigi Pulvirentiquanto mai meritato soprattutto in considerazione del fatto che negli ultimi dieci giorni siamo stati oggettivamente danneggiati da questioni extracampo. Il nostro auspicio è che questo campionato si possa disputare solo dentro il terreno di gioco, perché sul campo abbiamo dimostrato di meritare il primato”.

“La squalifica di Fabroni è esagerata – ha continuato Pulvirenti – non fosse altro perché è stato lo stesso primo arbitro ad ammettere al nostro capitano i continui falli di palleggio, argomentando che non poteva fischiarglieli tutti, non facendolo giocare. Una motivazione sconcertante che lascio alla valutazione di ciascuno, e che oggettivamente ha fatto innervosire il capitano, anche se non certamente in un modo tale da giustificare una tale squalifica, contro la quale abbiamo presentato ricorso d’urgenza. Fabroni, tra l’altro, durante la partita non ha ricevuto nemmeno un giallo”.

“Quanto accaduto è più grave dell’errore stesso”

“Sull’inammissibilità del reclamo bisogna dire con forza che quanto è accaduto è più grave dello stesso errore tecnicoa parlare con tono deciso è il diesse Piero D’Angelo-. Partiamo dalla constatazione che l’errore tecnico è evidente e conclamato: il segnapunti sul 9-5 con cambio palla per Ortona non ha chiuso il turno di battuta di Disabato, determinando il caos nel referto, cosa del resto confermata dalle riprese video”.
“Tutto – continua nel suo racconto – quello che avviene da questo momento in poi è molto grave. Perché è vero che il reclamo, pena inammissibilità, deve essere preannunciato in campo dal capitano – cosa che ovviamente so, avendo giocato per trent’anni in campionati di serie A e B, spesso da capitano – ed è vero che nella concitazione del momento mi sono presentato io, ma il procedimento individua il capitano come attore solo in questo momento, quindi nell’immediatezza del fatto quando si tratta di registrare il reclamo sul referto. Pertanto, è in questo momento che gli arbitri avrebbero dovuto eccepire l’inammissibilità del reclamo in quanto presentato da me, dovendosi ricordare che si tratta di un fatto futile, perché Fabroni era a pochi metri”.

“Grave condotta omissiva dei due arbitri”

“La conseguenza è semplice e grave allo stesso tempo: se, come stabilisce il regolamento, gli arbitri avessero respinto il reclamo presentato da me in quanto doveva farlo il capitano, lo avrebbe immediatamente presentato Fabroni. Invece gli arbitri sono rimasti in silenzio. Perché? Inoltre, quando a fine partita io mi sono recato a confermare il reclamo, chiedendo agli arbitri se dovessi presentare una istanza scritta o firmare qualcosa, ho ottenuto come risposta che non dovevo presentare alcuna istanza scritta e che non dovevo firmare nulla. Salvo poi scriverlo nel rapporto di gara. Si tratta di una grave condotta omissiva dei due arbitri, che di fatto ha precostituito le condizioni per evitare che il ricorso potesse essere discusso nel merito, in quanto in questo caso sarebbe stato senz’altro accolto. Ciascuno – conclude D’Angelo – può farsi un’idea precisa della condotta omissiva e in violazione del regolamento commessa dagli arbitri, e del danno arrecato alla nostra società”.

La partita

Ad eccezione del black out del terzo set, la squadra è stata sempre sul pezzo. L’approccio alla partita è stato decisivo. Nel primo parziale si rivelano decisivi sette muri punti (su 15 in tutta la partita, Frumuselu ne piazza ben cinque), che consentono alla Farmitalia di avere sempre tre punti di vantaggio e di gestire la vittoria. Nel secondo parziale i punti a muro sono cinque, ma è l’efficienza in attacco a crescere in maniera considerevole (dal 44% al 62%). Fabroni e compagni allungano il passo e portano agevolmente a segno la vittoria. Nel terzo set la formazione di Peppe Bua (siciliano di Castelvetrano, ma catanese d’adozione) spinta da Vaskelis (nella prima parte della stagione) e dal saccense Tulone in regia, accorcia le distanze. Nel quarto set la determinazione è tale da non lasciare nulla al caso. Il 25-21 fa esplodere la gioia per un risultato davvero speciale

Il tabellino

Aurispa Libellula Lecce – Farmitalia Saturnia 1-3
Aurispa Libellula Lecce: Tulone 1, Mazzone 13, Agrusti 5, Vaskelis 27, Ferrini 15, Fortes 4, Morciano (L), Del Campo 5, Carachino 0, Giacomini 0. N.E. Giaffreda, Coppola, Bello, Pepe. All. Bua.
Farmitalia Saturnia: Fabroni 4, Zappoli Guarienti 13, Jeroncic 1, Casaro 22, Disabato 18, Frumuselu 9, Zito (L), Smiriglia 6, Nicotra 0. N.E. Battaglia, Fichera, Tasholli. All. Kantor.
ARBITRI: Stellato e Morgillo.
SET. 23-25, 16-25, 25-18, 21-25.