Una vicenda dalle sfumature kafkiane sta interessando gli ormai esasperati ex lavoratori della Dacca, l’azienda che ha chiuso i battenti nel 2019, lasciando così disoccupate ben 100 persone.
A causa di una dimenticanza burocratica del Ministero del Lavoro, il curatore fallimentare dell’azienda “Dacca” non ha potuto assumersi la responsabilità penale di procedere al licenziamento collettivo. Questo mancato passaggio in queste settimane non ha consentito agli oramai ex dipendenti dell’azienda di usufruire di alcune agevolazioni. Tra queste la Naspi, ossia l’indennità di disoccupazione per lavoratori subordinati e licenziati, e dei benefici della cassa integrazione.
Il sollecito dei sindacati
A seguito di questo inaspettato stop, la Filctem e la Femca Cisl di Catania e lo stesso curatore fallimentare, hanno sollecitato il Ministero del Lavoro ad aggiungere il particolare tecnico mancante. Il riferimento è nei confronti dell’ esonero del curatore nel verbale del 27 dicembre scorso.
Proprio ieri inoltre, si è tenuto un incontro in Prefettura con l’INPS, il curatore fallimentare, Filctem Cgil e Femca Cisl, l’ufficio provinciale del Lavoro e il vice prefetto. Nel corso della riunione il direttore dell’INPS ha preso l’impegno di sollecitare la direzione nazionale dell’istituto pensionistico a procedere a sua volta con il via libera all’iter del curatore, previa verifica dell’esistenza di un fondo di 16 milioni di euro utile a pagare gli ammortizzatori sociali. Ma in questo senso i sindacati sono ottimisti.
«Dovrebbe oramai essere solo questione di giorni. – commenta il segretario generale della Filctem Cgil di Catania, Jerry Magno- Usiamo il condizionale per prudenza, visto che per una semplice dimenticanza all’interno di un verbale ministeriale, i lavoratori sono stati costretti ad attendere più tempo per ottenere ciò che spetta loro di diritto. Con l’avvio definitivo del licenziamento collettivo questa parte della vicenda sarà finalmente chiusa, ma ricordiamo che il curatore a quel punto potrà pubblicare un bando nella speranza che nuovi imprenditori partecipino all’acquisto della Dacca per dare ad essa una nuova vita aziendale, e ai lavoratori catanesi una nuova speranza».