Dopo la corsa ai vaccini, adesso mancherebbe la seconda scorta di dose indispensabile per mandare avanti la campagna.
Un paradosso in confronto alla parole gonfie d’orgoglio dell’assessore Razza, che invitava alla prudenza proprio per non buttare alle ortiche i successi in termini di vaccinazioni. L’Isola, infatti, si conferma la quarta regione per dosi ricevute e la decima per tasso di somministrazione, allineandosi con la percentuale nazionale del 55,3%.
66.848 sono i siciliani vaccinati per un risultato dell’85% a fronte delle 125.485 dosi disponibili. Una quantità certamente insufficiente per coprire la prima fase che richiedere circa 140mila immunizzati. Un numero ancor più misero se si pensa che la terza fornitura di 56mila vaccini dovrebbe soddisfare anche il richiamo -che scatterà dal 18 gennaio- allo scadere dei 21 giorni dal primo vaccino.
A sostenere la campagna dovrebbe esserci anche il “rafforzo” delle 724 mila dosi del vaccino Moderna in arrivo tra gennaio e febbraio in Italia.
La preoccupazione è palpabile. Così sia le aziende sanitarie ed ospedaliere sia la Regione mettono in chiaro l’esigenza di mettere da parte un 40% della quarta fornitura per i richiami, con la possibilità di rallentare il ritmo a fronte di distribuzione nazionale del Pfizer ancora troppo lenta.
Campagna anti-furbetti
Ma come in tutti i casi, non mancano i furbetti del vaccino: una percentuale di cittadini che avrebbe ricevuto la dose senza averne diritto tramite conoscenze e passaparola. Uno “scavalca fila” che conta già oltre 10mila vaccinati non tra il personale sanitario.
Una problematica che ha richiesto l’intervento della dirigente generale del Dipartimento per le attività sanitarie e osservatorio epidemiologico della Regione Siciliana Maria Letizia Di Liberti. Attraverso una circolare, infatti, ha chiarito le categorie da vaccinare in questa prima fase: personale delle aziende sanitarie, operatori assunti per la gestione dell’emergenza covid, medici dell’emergenza territoriale, operatori del 118 e associazioni convenzionate, rsa e residenze per anziani, medici di continuità assistenziale in convenzione con la Regione. Nell’elenco, figurano inoltre, il personale dei laboratori privati autorizzati ad effettuare i tamponi.
Su adesione volontaria potranno essere vaccinati anche i medici di medicina generale e i pediatri. Rientrano nelle 15 categorie legittime anche gli operatori della sanità privata, medici iscritti al corso di Medicina generali, medici specializzandi, studenti iscritti a Medicina tirocinanti in strutture del servizio sanitario regionale, personale medico specialista in convenzione esterna con il Ssr, odontoiatri, collaboratori di medici di famiglia, pediatri e odontoiatri, altro personale sanitario e socio sanitario e farmacisti.
E.G.