AGGIORNAMENTO 16:38
Martina Patti, 23 anni, ha confessato a carabinieri e procura di avere ucciso la figlia Elena di 5 anni.
Ma nell’interrogatorio non ha saputo spiegare come e perché avrebbe commesso il delitto.
Era una messa in scena il rapimento era una messa in scena per coprire l’omicidio.
La donna avrebbe detto di avere agito senza capire quello che stava facendo.
La Procura sta predisponendo il suo fermo per omicidio pluriaggravato e occultamento di cadavere.
In mattinata la donna aveva fatto ritrovare il corpo, dopo aver denunciato ieri il sequestro della bambina da parte di tre uomini armati e incappucciati, subito dopo aver prelevato la figlia all’asilo.
Il corpo è stato trovato in un fondo agricolo distante alcune centinaia di metri dalla casa in cui la bambina abitava con la mamma.
La cognata della donna, Vanessa del Pozzo, in alcune interviste ha affermato che la donna voleva incastrare il fratello.
«Quando dal carcere passò ai domiciliari, sotto casa trovammo un biglietto di minacce con scritto: ‘non fare lo sbirro, attento a quello che fai’. Mio fratello non sa nulla di nulla. A quel biglietto la madre della bimba ha fatto riferimento dicendo che avevano rapito Elena».
Sotto choc il padre della bambina, che fino all’ultimo aveva difeso la donna.
Urla e pianti di disperazioni quelle dei nonni paterni della piccola Elena Del Pozzo, uccisa dalla madre Martina Patti.
«E’ mia nipote, non mi toccate, fatemi passare, voglio il suo corpo è mia».
Urla il nonno paterno appena giunto con la moglie sul posto del ritrovamento del cadavere della nipote.
«C’è un angelo in paradiso o una mamma che non stava bene psicologicamente o qualcuno ha combinato qualche pasticcio. La nostra società ha gli eroi e i disgraziati. Che questa vicenda diventi un motivo per riflettere sul valore della vita è sull’assistenza da fare alle persone che non stanno bene con la testa».
Queste le parole del parroco di Massannunziata e rettore del santuario di Monpilieri, padre Alfio Privitera.
Foto: Ansa