Lo spietato killer di Cosa Nostra conosciuto come Freddy Gallina, all’anagrafe Ferdinando Gallina, classe 1977 ritenuto responsabile di 3 omicidi aggravati dalla finalità mafiosa è stato colpito da tre ordinanze di custodia cautelare in carcere.
Il sicario, uomo d’onore della famiglia mafiosa di Carini, e appartenete a “Cosa Nostra” è rientrato in Italia dopo un’estradizione durata 5 anni. Gallina è ritenuto braccio destro della Mafia operante nella Sicilia occidentale, molto vicino a Salvatore Lo Piccolo.
Gli anni del killer
Dagli USA all’Italia, Gallina è atterrato a Fiumicino. Già nel 2008 è stato arrestato nell’ambito dell’Indagine “Addio Pizzo” del Nucleo investigativo del Comando provinciale dei Carabinieri di Palermo. Ma dopo un periodo di detenzione, alla fine del 2014 è stato sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di Carini (PA), da cui si era allontanato nel gennaio del 2016 rendendosi irreperibile.
Dagli USA all’Italia
Il fiuto degli investigatori è riuscito a scovarlo negli Stati Uniti, grazie anche alla collaborazione con il personale dell’FBI e dell’Immigration Custom Enforcement di New York, a cui era stato segnalato per l’irregolare presenza sul territorio statunitense, ove aveva fatto ingresso con documenti falsi dal Canada.
Il Ministero della Giustizia italiano, nel 2017, lo ha rintracciato a New York, chiedendone l’estradizione in relazione alla prima ordinanza di custodia cautelare per cui era si era reso irreperibile. Successivamente, ha integrato la richiesta di arresto provvisorio per l’estradizione anche per i due provvedimenti restrittivi emessi nei suoi confronti per gli omicidi di mafia.
L’iterim di Gallina
Gallina, in America, si è avvalso di una difesa tecnica di altissimo livello che ha utilizzato ogni strumento giuridico previsto dalla legislazione americana per impedire il temuto rientro in Italia. Nello stesso 2020 il Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, che si trovava in missione a New York e Washington, ha affrontato il caso Gallina con le massime autorità locali statunitensi tra cui il Ministro della giustizia, i direttori di Dea e Fbi, i due Procuratori distrettuali di New York (Manhattan e Brooklyn) e vari responsabili delle Agenzie Onu che si occupano di cooperazione internazionale in materia penale.
Il risultato è stato reso possibile dall’implementazione degli scambi informativi, delle metodologie operative e investigative con gli Stati Uniti, fortemente sostenuta dal Prefetto Vittorio Rizzi, Vice Direttore Generale della Pubblica Sicurezza.
G.G.