Il sesto album degli Original Sicilian Style sta per uscire e rappresenterà un grande evento per la musica del nostro territorio, in particolar modo dopo gli anni del Covid. Si chiamerà Sutta stu celu e per la band reggae rappresenterà una sorta di lavoro della maturità, che uscirà domani domenica 21 settembre su tutte le piattaforme digitali musicali e in vinile.
Un lavoro, Sutta stu celu, che vede la luce dopo quattro anni di silenzio apparente, segnato dalla pandemia, dall’isolamento forzato e dalla lenta ripartenza. Un periodo che per la band è stato di forte introspezione che ha portato a una sonorità più intima.
Un reggae siciliano
La band ha comunque visto alcuni cambiamenti nella sua formazione, tra cui l’ingresso della vocalist Federica Grasso, detta Lachea in onore dell’isola posta davanti allo splendido porticciolo di Aci Trezza, ma la voglia di stupire non manca con Sutta stu celu, come spiega il dj Luca Lorca, conosciuto all’interno della band come Lorca Assassina.
«L’album è composto – ha detto Lorca – da dieci brani, dei quali nove tradizionali e uno nella versione reggae più elettronica, che è il Dub. E’ un reggae siciliano, non tradizionale, contaminato dai suoni più siculi, perché non siamo giamaicani, ma ci ispiriamo al genere reggae facendolo nostro. Gli anni post Covid ci hanno fatto riflettere, ma non hanno abbiamo tralasciato i nostri argomenti di punta. E’ come un autore che si affaccia dalla finestra e racconta quello che vede sotto, ovvero le emozioni, le sensazioni nella chiave tradizionale catanese, con quella piccola ironia, ma non tralasciando gli aspetti sociali».
Raccontare la strada
Proprio i suoni e le sfumature riproducono la nostra Isola e le cose non cambiano molto tra Palermo e Catania, riguardo nello specifico allo stile di vita. Inoltre il suo soprannome è datato al tempo della sua giovinezza, mentre per Federica è dimostrazione di un particolare tipo di amore.
«Noi raccontiamo quello che succede intorno a noi, anche con una certa leggerezza, non approfondendo le tematiche di un certo spessore come quelle politiche. Raccontiamo la strada come abbiamo fatto sempre, la vita quotidiana soffermandoci sugli aspetti classici dei quartieri. Dobbiamo confrontarci con quello che succede vicino a noi. Il mio soprannome me lo davano gli amici in onore al famoso film quando ero ragazzo, dove il mammifero subisce l’uccisione del piccolo, ma non scorda quello che gli hanno fatto gli umani. E’ legato a un periodo storico della mia vita ed è rimasto. Per Federica il soprannome denota un amore viscerale per la nostra terra e ha unito in questo modo i fondamentali del nostro progetto e completa i nostri punti di vista e i nostri messaggi».
La storia della band
La storia della band è altrettanto affascinante e nel frattempo di cerca un luogo per far conoscere a tutti questo nuovo album.
«Nasciamo tra il 2010 e il 2011 e all’attivo siamo adesso con sei dischi all’attivo e vogliamo coronare questo appuntamento con la pubblicazione di un vinile che sta andando di moda e vogliamo farci un piccolo regalo. I punti cardine siamo io, Enrico Pellegrino e il maestro Alessandro Garofalo, che ci supporta da tanto tempo. Quest’anno abbiamo deciso di coinvolgere tutta la nuova formazione e abbiamo suonato tutti insieme. I nuovi arrivati hanno partecipato tutti con un ruolo nel disco e sono Elio Virtù alla batteria, Pier Luca Russo alla chitarra, Ernesto Randone, che è l’altra tastiera, e Zu Fly il bassista. Stiamo cercando il posto adatto a Catania per suonare e presentare il progetto».
Giuliano Spina