“Ti racconto tuo padre”. Motore, ciak… Azione!
“Ti racconto tuo padre” non poteva avere migliore regia. È tutto pronto per le riprese del film di Fabrizio Bracconeri. L’entusiasmo di Daniele Gangemi per questa collaborazione è a fior di pelle. Si percepisce mentre chiude la valigia che lo accompagnerà in questa nuova avventura cinematografica domani a Palermo.
«Con Carmelo Sfogliano siamo cresciuti guardando “I ragazzi della 3C”. Per noi, collaborare con Fabrizio, è un sogno che si realizza», racconta il regista catanese ricordando quando finite le dirette notturne a Radio Delfino, una volta tornati a casa, guardavano le repliche della serie televisiva che ha fatto la storia.
«Quando abbiamo saputo che lui viveva in Sicilia abbiamo pensato di approfondire le ragioni che lo hanno portato a vivere qui», aggiunge Carmelo Sfogliano di Studio Gazzoli. «Fabrizio Bracconeri per noi e per la nostra generazione è una figura mitica».
Il coraggio dell’uomo difronte alla malattia del figlio.
«”Ti racconto tuo padre” è un viaggio nel viaggio», sintetizza Gangemi. «Palermo è il punto di partenza, l’inizio del viaggio al porto».
«Dopo ci sposteremo a Roma, Savona, Marsiglia, Barcellona e Palma De Maiorca». Tappe fondamentali che hanno segnato la vita di Fabrizio Bracconeri. Una vita che il figlio Emanuele non potrà mai conoscere perché affetto da una grave forma di autismo».
«Questo film sarà il racconto a cuore aperto di un padre nei confronti di un figlio che a causa dell’autismo non sa niente della vita di Fabrizio. Quindi si partirà da zero – prosegue – dall’infanzia, la scuola, la prima volta che ha visto la mamma di Emanuele, gli amici. Ma anche com’è cambiata la sua vita nel mondo dello spettacolo che gli ha dato la celebrità in Italia».
«A Roma, avremo la possibilità di avere anche dei contributi da parte degli amici di Fabrizio». In mano il regista ha la lista dei nomi per essere preciso e puntuale. «Ci saranno Rita Dalla Chiesa, Massimo Senise con cui faceva coppia a Forum. Fabio Ferrari che interpretava Chicco Lazzaretti ne “I ragazzi della 3C”. E Claudio Risi che era il regista della serie, figlio del più celebre Dino Risi».
«Inoltre, toccheremo tematiche di denuncia perché si può fare ancora tanto per chi è affetto da questa malattia e per le famiglie che ne sono coinvolte nel nostro Paese», incalza Gangemi.
Bracconeri si racconta a L’Urlo
In Sicilia, Fabrizio Bracconeri è di casa. «Mio padre è di Palermo. Mio nonno era di Nicosia dove ho trascorso la mia infanzia. Un paese nel cuore della Sicilia, tra le Madonie e i Nebrodi, che io amo. Poi ho comprato una casa a Erice ed è stata forse la salvezza».
A Valderice ha trovato una scuola psicomedica – pedagogica adatta a suo figlio Emanuele. Una scuola che non riusciva a trovare altrove, in Italia. «Ci troviamo benissimo, tanto è vero che abbiamo deciso di trasferirci a Erice in questa casa che noi usavamo per il mare d’estate con i figli». Grazie a questa scuola, in Sicilia «Emanuele può proseguire il suo percorso di vita». E l’attore può dunque continuare a regalarci il suo prezioso contributo cinematografico e televisivo.
Bracconeri: “La mia vita per mio figlio”
Fabrizio è una persona vera, sincera, pura di cuore e di spirito. Non si considera “una stella del cinema”, tant’è che lo abbiamo conosciuto anche nei periodi più bui della sua vita. Momenti di crollo emotivo e di sconforto fisiologici per i più gradi guerrieri che danno ogni giorno il massimo per se stessi e per le persone che amano. «Sono un guerriero che lotta tutti i giorni per garantire a mio figlio un futuro che da solo non potrà avere». Un figlio con la testa di un bambino di un anno e mezzo nel corpo di un diciottenne.
“Ti racconto tuo padre” vuole essere anche un messaggio di forza e coraggio per quelle famiglie che si sentono sole e abbandonate dalle istituzioni. «Tutto quello che faccio è per mio figlio e per le famiglie che sono nelle stesse condizioni, se non addirittura peggiori. Perché non tutti hanno la possibilità di seguire i loro figli anche per la distanza rispetto alla scuola psicomedica – pedagogica. Gli oneri sono tanti. Per una famiglia monoreddito, togliendo l’affitto, luce, acqua e gas, in più mantenere un figlio autistico, inizia a diventare problematico riuscire ad arrivare a fine mese. E magari l’orgoglio non gli fa dire quando sono in difficoltà».
Ma lo Stato che aiuto concreto da alle famiglie con portatori di handicap? «Nessuno. Le famiglie con i portatori di handicap non interessano. Interessano più i migranti e i barconi. Non è un un discorso legato all’ideologia politica di destra o di sinistra, ma è la realtà».
Una realtà che fa male anche a chi vive in maniera esterna un dramma sempre più comune nel nostro Paese. Una realtà che verrà fissata sulla pellicola del film “Ti presento tuo padre”.