In pieno centro storico a Catania si trova un reperto storico che circa vent’anni fa venne scoperto al pubblico, ma che in seguito venne di nuovo coperto dall’asfalto. I più giovani sicuramente non ricorderanno questo particolare, ma il monumento è comunque piuttosto conosciuto in città. Stiamo parlando delle Terme Achilliane, edificio di età romano-imperiale scoperto dai cittadini catanesi nel XVIII secolo durante degli scavi dopo che era stato del tutto tombato dal violento terremoto del 1693.
Altro simbolo della Catania romana
Come abbiamo già detto le Terme Achilliane vennero riportate alle luce all’esterno in piazza Duomo circa vent’anni fa durante la sindacatura di Umberto Scapagnini, ma in seguito vennero nuovamente coperte. Attualmente vi si accede nella parte a sinistra della facciata del Duomo, nella quale una rampa di scale in discesa porta verso un corridoio sotterraneo.
L’importanza storica delle Terme Achilliane, altro resto della Catania romana come l’Ipogeo, la mostra l’archeologo Fabrizio Nicoletti, che parte puntualizzando come rappresentino un esempio della civiltà romana.
«L’impianto venne eretto nell’età romana imperiale – spiega Nicoletti -. Il mondo romano costruiva complessi termali praticamente ovunque e le terme rappresentavano un elemento centrale nella vita dei Romani, sia in termini di igiene, perché sostanzialmente erano dei bagni pubblici, anche se ne esistevano di privati, sia come luoghi di socializzazione. I più grandi complessi termali, come le Terme di Caracalla o quelle di Diocleziano a Roma, erano punti di ritrovo e comprendevano anche teatri, mercati e biblioteche».
Quanto erano davvero grandi le Terme?
Ma a Catania non sono le uniche, in quanto «esistono diversi complessi termali. Le Terme Achilliane rappresentano un caso specifico perché erano un complesso termale che si trovava nella zona del Porto antico. Il perimetro esatto non è noto, ma sappiamo che erano molto più grandi della parte che attualmente è visibile. Probabilmente prendevano buona parte dell’attuale piazza Duomo, dell’area oggi occupata dalla Cattedrale, della parte retrostante la Cattedrale e forse anche la fine di via Garibaldi».
La scoperta da parte del principe Biscari
L’anno esatto della scoperta è ancora poco chiaro, perché «in realtà pare che i catanesi non abbiano mai dimenticato l’esistenza di questo complesso, un po’ come avvenuto per il teatro e per l’anfiteatro. Sicuramente le terme finirono sotto terra e furono scoperte intorno al 1750 dal principe di Biscari, che le rese visitabili attraverso una botola che si trovava davanti all’ingresso della Cattedrale. Si scendeva sotto terra attraverso una scala a pioli. Agli inizi del Novecento fu costruito l’attuale ingresso, che si trova in un angolo del sagrato e che è costituito da una scala a chiocciola, che porta a un corridoio, anche questo moderno, che a sua volta porta alla grande camera caratterizzata da questi grandi pilastri con le volte a crociera».
Gli atti di vandalismo nel Novecento e la musealizzazione
Ma il cancelletto che conduceva alla scala a chiocciola veniva danneggiato continuamente e «nel 1970 il Comune di Catania decise di murare l’ingresso fino agli anni ’90, quando, una volta rotto questo muro, si tornò nuovamente lì dentro e si scoprì che le Terme erano completamente allagate dal fiume Amenano. L‘area venne bonificata e venne musealizzata come adesso. Nei decenni e nei secoli i resti sono stati scoperti in piazza Duomo e poi rimessi sotto terra proprio per poter fruire della piazza più importante di Catania».
L’importanza artistica
L’importanza artistica di questo monumento consiste nel fatto che la parte attualmente visibile «è composta da un grande salone con quattro grandi pilastri che sorreggono delle volte a crociera. Queste ultime sono decorate da stucchi che rappresentano amorini vendemmianti. La base delle incisioni e degli acquerelli di Settecento e Ottocento, che rappresentano questi stucchi come se fossero in ottimo stato, possiamo capire come invece nel tempo si siano deteriorati».
«La parte visibile non è uno dei vani del complesso termali, ma secondo una recente ipotesi formulata dal docente Francesco Tomasello si tratterebbe di una latrina forse annessa a un complesso termale. Noi sappiamo che lì c’era un complesso termale perché nell’antica Cattedrale crollata nel 1693 era murata una lunga iscrizione in greco, che oggi si trova al Castello Ursino nella quale un amministratore romano di Catania vissuto nel IV secolo d.C. dice di aver ristrutturato le Terme Achilliane affinché venisse ridotto il consumo della legna».
La scoperta delle Terme è comunque emblematica della ricostruzione Settecentesca, perché «gli scavi cominciarono nel 1748 e rappresentano una delle prime scoperte che fece. Gli atti vandalici avvennero anche durante l’Ottocento, come mostrano i documenti d’archivio».







