Lo scorso 23 marzo è uscito nelle sale cinematografiche italiane, “Stranizza d’amuri“, il primo film da regista di Giuseppe Fiorello. Racconta una storia realmente accaduta a Giarre, in provincia di Catania, dove due ragazzi siciliani (Gianni e Nino) negli anni ’80, da grandi amici sono diventati una coppia.
Una storia tenuta nascosta visti i pregiudizi di un paese che non accettava chi era diverso, e che si è conclusa con l’omicidio dei due fidanzati. Oggi le cose sono cambiate? Ne abbiamo parlato con il presidente di Arcigay Siracusa, Armando Caravini.
«Il film mi piace- dichiara Armando Caravini – perchè tratta l’argomento in maniera delicata e naturale nonostante il contesto in cui vivevano quei ragazzi. Ho letto alcune critiche degli esponenti della comunità LGBT perchè il film non riporta i fatti reali di Giarre ma tutto questo si può smentire visto che ne prende solo spunto e lo si denota anche dai luoghi e dagli anni che non sono proprio gli stessi. Ho apprezzato la regia di Beppe Fiorello perchè racconta bene l’omertà e l’omofobia degli anni ’80. Dopo il delitto di Giarre nacque, a Palermo, il primo collettivo Arcigay».
Oggi qualcosa è cambiato?
«Senza ombra di dubbio qualcosa è cambiato- continua Caravini-. Sono stati fatti dei passi avanti grazie alle nostre associazioni a difesa della comunità LGBT ma anche dal punto di vista culturale. Negli anni ’80 la maggior parte dell’opinione pubblica era contro i nostri ideali ma al giorno d’oggi l’idea è totalmente cambiata visto che quasi tutta la gente è favorevole ai matrimoni tra persone dello stesso sesso. C’è sicuramente un’evoluzione ma non siamo nella panacea più totale, c’è ancora tanto da fare soprattutto nelle piccole realtà».
Fonte foto (ciakmagazine.it)