Gli spazi delle discoteche adibiti per la campagna di vaccinazione, questa la proposta lanciata da Assointrattenimento.
Chiusi da un anno e senza certezze vogliamo dare una mano
Parte da un consiglio direttivo di Assointrattenimento la proposta fatta agli imprenditori iscritti all’associazione e più in generale a tutte le discoteche italiane chiuse ormai da quasi un anno. “I nostri locali, che sono chiusi e inutilizzati da febbraio 2020, potrebbero servire invece ad ospitare attività sanitarie quali, ad esempio, la
somministrazione di vaccini o l’esecuzione di tamponi a beneficio di tutta la collettività” afferma Luciano
Zanchi Presidente dell’associazione.
Gli spazi delle discoteche, infatti, si possono utilizzare fin da subito essendo dotati di ampie sale, molti ingressi e uscite, diversi impianti sanitari e, soprattutto, risultano adeguate per ospitare tante persone mantenendo il distanziamento. Da questa proposta scaturiscono le prime “messe a disposizione di discoteche” alle autorità del territorio che sono già avvenute in numerose città Italiane, tra le prime: Cremona, Ancona e Bergamo.
“Abbiamo notizia che molti imprenditori del settore stanno già comunicando alle autorità la volontà di dare una mano attivamente passando dalle parole ai fatti” evidenzia il Presidente. “Mi auguro che anche questa forte presa di posizione contribuisca a porre fine alla demonizzazione delle discoteche, fino ad ora considerate luoghi di perdizione e poi accusate, ingiustamente, di aver fatto ripartire i contagi e che le stesse vengano invece considerate per quello che sono: luoghi di aggregazione sani gestiti da imprese complesse e dedicate a chi si vuole svagare, ballare, sentire un concerto, un cabarettista, un artista, a chi vuole trovare un momento di relax. Nella realtà siamo una valvola di sfogo sociale”.
Discoteche al coperto chiuse dal 23 febbraio 2020 senza previsione di prossima riapertura
Le discoteche, tranne una piccola parentesi per quelle all’aperto la scorsa estate, sono chiuse dal 23 di febbraio 2020, pertanto, da più di 11 mesi e senza alcuna previsione su una prossima riapertura. I cd. “decreto ristori”, “decreto ristori bis” e “decreto ristori ter” “decreto ristori quater” nei fatti infliggono un ulteriore aggravamento della situazione per la quasi totalità del settore. A differenza di quanto annunciato (400% del valore dei rimborsi paramentrati alla differenza di incasso raffrontando il mese di aprile2019 con lo stesso mese del 2020 ), nella realtà sono validi solo per un numero minimo di imprese dello spettacolo.
È ora di cambiare marcia, di aiutare le imprese in difficoltà ma soprattutto di iniziare ad avere una strategica visione per la futura ripartenza delle attività.
G.G.