Se il lockdown vieta ogni tipo di spostamento, le organizzazioni di spaccio trovano soluzioni alternative. E se gli unici mezzi che possono circolare liberamente in periodo di emergenza sanitaria sono le ambulanze, l’occasione fa l’uomo ladro. Anzi spacciatore.
Sgominata tra Messina e Catania, con ramificazioni fino a Roma e Pescara, un’associazione a delinquere finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti a seguito di un’operazione condotta dai Finanzieri del Comando provinciale di Messina, con la collaborazione dello S.C.I.C.O. di Roma.
Promotori ed organizzatori della consorteria criminale sono il pregiudicato messinese S.G. cl. 88, affiliato al clan mafioso messinese Spartà, ed i pregiudicati catanesi S.C. cl. 77 e L.P. cl. 68, vicini invece alla famiglia “Nizza”, facente parte del clan mafioso catanese Santapaola-Ercolano.
Sodali del gruppo i messinesi F.G. cl. 75 e M.F. cl. 81, oltre al brontese A. M. cl. 73 i quali, in qualità di corrieri di droga, curavano l’approvvigionamento e la distribuzione, in Abruzzo e Sicilia, delle partite di narcotico, principalmente del tipo marijuana, fornite da un pregiudicato di origini messinesi ma domiciliato a Roma, F.F. alias Gianpiero.
Le indagini svolte, hanno consentito ricostruire nei più piccoli dettagli tutte le fasi dell’illecito traffico: dalla pianificazione dell’approvvigionamento al trasferimento di ben tre carichi di sostanze stupefacenti, uno dei quali destinato a Pescara e due in Sicilia.
Nel dettaglio, nel febbraio di quest’anno, le indagini permettevano alle Fiamme Gialle di ricostruire la consegna di un primo carico di circa 25 kg di sostanza stupefacente destinata a Pescara, a favore del pregiudicato S.M. cl. 72, elemento di spicco del noto clan pescarese Spinelli di etnia rom. La partita di droga veniva procacciata dai siciliani S.C. e S.G., trasportata dai corrieri F.G. e M. F. e fornita dal romano F F. alias Gianpiero.
Un secondo carico, di circa 30 kg di sostanza stupefacente di tipo marijuana, questa volta da far recapitare a Messina, sempre su input dei narcotrafficanti siciliani S. G., S. C. e L.P., veniva nuovamente commissionato ai “corrieri” messinesi F.G. e M.F., a Roma, dal medesimo fornitore F.F. alias Gianpiero.
La pandemia rendeva difficoltosa la mobilità: proprio per questo motivo, in entrambe le occasioni l’organizzazione adoperava, per il traffico di droga, un’autoambulanza, riferibile ad una onlus messinese al fine di eludere possibili controlli.
“Ci ammazziamo la famiglia”
In una di queste occasioni, inoltre, non avendo notizie del corriere i solidali non si tiravano indietro nel risolvere la questione “con le maniere forti”: «Ci ammazziamo la famiglia direttamente…saliamo la e lo scotoliamo» oppure «che gli sia passato per la testa che si poteva vendere quel coso e se ne scappa con i soldi….gli ammazziamo la mamma, la sorella, i figli, la moglie…che ha figli…moglie?…che ha?….gli sequestriamo la famiglia qua..».
Due settimane dopo, i narcotrafficanti siciliani organizzavano malgrado l’episodio un terzo carico, di circa 35 kg di sostanza stupefacente del tipo marijuana, sempre da recapitare in Sicilia e sottoposto a sequestro allo sbarco allo scalo commerciale di Tremestieri a Messina. La sostanza stupefacente veniva recuperata dal medesimo fornitore romano F. F. (Gianpiero) e trasportata, fino al capoluogo peloritano, da due corrieri catanesi, A. M. cl. 73 e P. S. cl. 74 che, nell’occasione, si servivano questa volta di un autoarticolato per il trasporto di alimenti. Anche tale espediente, tuttavia, non gli consentiva di portare a compimento l’illecito disegno criminoso.
Sequestrati, in totale, 65 chili di marijuana ed arrestati 8 soggetti.
E.G.