Chiunque abbia un’azienda o un’attività dovrebbe chiedersi cos’è e come funziona la somministrazione di lavoro, una forma contrattualistica sempre più diffusa e apprezzata in questo periodo per la sua flessibilità e i vantaggi economici. Si tratta di una forma di contratto in cui, usando un termine un po’ improprio, ma che rende l’idea, il lavoratore viene dato in affitto a un’azienda da parte di un’agenzia per il lavoro. Sono infatti tre i soggetti coinvolti nella somministrazione di lavoro: l’agenzia per il lavoro che manda in missione un lavoratore o una lavoratrice in una o più aziende; l’azienda che richiede personale; il lavoratore o la lavoratrice che presta i suoi servizi presso un’azienda terza. Ci possono essere due tipologie di contratto: a tempo determinato e a tempo indeterminato.
La prima tipologia è più flessibile e questo particolare contratto può essere prorogato fino a 36 mesi. È molto richiesto nei periodi di Natale e in prossimità delle festività. La seconda tipologia, nota anche come staff leasing, invece non deve coinvolgere più del 20 per cento dei dipendenti. Tra l’altro se non viene impiegato per un determinato periodo, il lavoratore riceve comunque un’indennità di disponibilità da parte dell’agenzia per il lavoro. Questo contratto di lavoro è molto apprezzato soprattutto per la sua flessibilità lavorativa, in quanto le aziende possono rispondere rapidamente a improvvisi picchi di lavoro o esigenze temporanee, senza impegnarsi in assunzioni a lungo termine. Usufruendo dei servizi dei lavoratori somministrati, le aziende possono anche ridurre sensibilmente i costi amministrativi e i rischi associati all’assunzione diretta, come per esempio i costi di licenziamento.
Bisogna poi considerare che le agenzie per il lavoro si occupano direttamente della selezione e della formazione iniziale del personale, quindi le aziende risparmiano tempo e risorse, non dovendo occuparsi del lungo e sfiancante lavoro di recruiting. In ogni caso i datori di lavoro possono valutare le prestazioni dei lavoratori temporanei, prima di decidere su un’eventuale assunzione a lungo termine. Nonostante i tanti benefici, c’è qualche aspetto critico che va analizzato. L’azienda utilizzatrice potrebbe avere meno controllo sulla selezione e sulla gestione dei lavori somministrati rispetto ai propri dipendenti. In ogni caso c’è sempre la possibilità di assumere i dipendenti maggiormente meritevoli e produttivi. Infine i lavoratori temporanei potrebbero integrarsi meno facilmente nel team aziendale, influenzando così la coesione e la produttività del gruppo. Tuttavia per i lavoratori, anche se per periodi limitati, sicuramente conviene fare bene il proprio lavoro e distinguersi per professionalità per avere maggiori opportunità di essere assunti a tempo indeterminato e crearsi una buona reputazione.
Facendo un rapido confronto tra pro e contro, sembra che l’ago della bilancia penda nettamente a favore dei vantaggi offerti dalla somministrazione del lavoro, non solo per quanto riguarda le aziende ma anche gli stessi lavoratori, che hanno un accesso facilitato al mercato del lavoro e che possono accettare incarichi temporanei che meglio si adattano alle loro esigenze personali o familiari.