La curva di contagio in Sicilia ha registrato, in queste settimane, una significativa decrescita. Nella giornata di ieri (8 febbraio) si sono registrati 478 nuovi casi, mentre, oggi (9 febbraio) 744. Nonostante, quindi, il rialzo dei casi l’Isola può vantare, comunque, ottimi dati. Si pensi che meno di un mese fa la regione entrava in zona rossa con i preoccupanti numeri di quasi 2000 contagi al giorno.
“Per cambiare colore dovremmo avere la metà dei contagi di oggi”
«Grazie a Dio- afferma il Presidente della Regione, Musumeci- possiamo guardare con ottimismo anche al passaggio di zona. Ancora oggi siamo e dobbiamo essere in zona arancione, perché i numeri non sono assolutamente confortanti per potere cambiare colore, ma l’obiettivo nostro è di lavorare perché prima possibile si possa cambiare colore della zona e consentire a tutti gli operatori di potere tornare a lavorare». «Per sapere se la Sicilia potrà passare a zona gialla aspettiamo i dati di venerdì prossimo. Per cambiare colore dovremmo avere la metà dei contagi di oggi».
E i vaccini?
Pericolosità vaccino AstraZeneca, interviene Razza
In merito ai vaccini, interviene l’assessore Razza: «Oggi sono arrivate in Sicilia le prima 20 mila dosi del vaccino di AstraZeneca, entro fine mese le dosi complessive saranno 102mila». «C’è preoccupazione attorno al vaccino di AstraZeneca, sul rapporto tra l’uso e la possibile presenza di varianti anche alla luce della scelta del governo del Sudafrica di sospenderne la somministrazione: noi abbiamo il dovere di tranquillizzare le persone, questo è messaggio dell’Istituto superiore di sanità e del ministero della Salute. Anche per AstraZeneca chiediamo di rispondere positivamente alle categorie interessate. Il nostro appello parte da questa settimana». «La vaccinazione di massa arriverà nella fase successiva del secondo trimestre».
Sui timori per la variante sudafricana Musumeci ha affermato: «Non condividiamo l’allarme sulla variante africana, anche se siamo in allerta. Dopodomani avremo le verifiche in corso all’Istituto Zoosperimentale. Abbiamo contezza invece di tre possibili casi di variante inglese, nessuno dei tre però risulta al momento particolarmente grave».
G.G.