Nessuna ufficialità ma è sempre più certa l’ipotesi che vede la Sicilia, dalla prossima settimana, in zona arancione.
Perché la Sicilia passerebbe da zona rossa ad arancione in due settimane?
In zona arancione le scuole sono aperte?
Il miglioramento sui dati di contagio dovrebbe portare a un ritorno, seppur parziale, ai banchi di scuola. La task-force regionale in sinergia con l’assessore Lagalla ha già avviato una vasta campagna di screening rivolta agli studenti dai 14 anni in su, docenti e personale scolastico in virtù di un ritorno a scuola che in Sicilia si ipotizza per l’1 febbraio. Chiaro che le misure da adottare in presenza, è stato ribadito ieri durante una riunione a Palazzo Orléans, sarebbero tutti i DPI previsti dalle autorità: obbligatoria la mascherina (di tipo FFP2) e il distanziamento. “C’è l’impegno dell’assessorato alla Salute e di tutto il governo Musumeci- afferma Lagalla- ad assicurare lo screening nei drive-in allestiti in tutta l’Isola e a continuare il monitoraggio negli istituti, con le apposite Usca scolastiche, dopo la ripresa”
E Sant’Agata?
Tra gli impegni delle autorità, però, c’è anche Sant’Agata la festa in onore della Santa Patrona di Catania, il 4 e 5 febbraio. La Regione ha già vietato qualunque tipo di processione e reputa l’arancione nei giorni della festività una “coincidenza pericolosissima”. Ma come si interviene in caso di assembramenti fuori dalla chiesa per salutare la Santa? La giunta Musumeci informa che nelle prossime ore sarà stilato un programma “anti-assembramenti della festa” alla presenza del primo cittadino catanese Salvo Pogliese. L’idea è misure serrate e stretta dei controlli nei giorni di Sant’Agata per evitare che l’occasione possa essere motivo di una nuova quanto catastrofica esplosione di casi in Sicilia nonché nella provincia etnea già duramente flagellata dal Covid.
G.G.