Poche realtà editoriali italiane possono vantare un’influenza tanto profonda e duratura quanto la Sergio Bonelli Editore. Nata ufficialmente nel 1940 con il nome di Casa Editrice Audace, la casa milanese ha accompagnato oltre ottant’anni di storia culturale del Paese, plasmando l’immaginario collettivo con personaggi entrati nel mito e un modello di fumetto riconoscibile e imitato.
Le origini: Gian Luigi Bonelli e l’avventura popolare
La storia inizia con Gian Luigi Bonelli, figura poliedrica del fumetto italiano, scrittore e sceneggiatore dotato di un intuito narrativo fuori dal comune. Alla guida dell’Audace, Bonelli imprime un’impronta decisamente avventurosa alle pubblicazioni, introducendo eroi dinamici e storie serrate, pensate per un pubblico trasversale. Ma il vero cambio di passo arriva nel 1948, quando arriva la collaborazione con l’illustratore Aurelio Galleppini, in arte Galep, nasce Tex Willer. Il ranger texano diventerà una delle icone più longeve e amate d’Italia, capace di superare mode, epoche e rivoluzioni culturali. Tex si impone come fenomeno editoriale e definisce quello che diventerà lo stile “bonelliano”: formato tascabile, storie complete di ampio respiro, bianco e nero e una forte attenzione alla serialità.
L’era di Sergio Bonelli: una casa editrice moderna
Negli anni Sessanta prende le redini dell’azienda il figlio di Gian Luigi, Sergio Bonelli, destinato a trasformare l’Audace in una realtà moderna e strutturata, capace di parlare a un pubblico sempre più esigente. Con lui, nel 1988, la casa editrice assume il nome definitivo di Sergio Bonelli Editore. Sergio non è solo un manager, è uno dei più importanti sceneggiatori di fumetto italiani, noto con lo pseudonimo di Guido Nolitta. A lui si devono personaggi cruciali come Zagor (1961), che unisce avventura classica, suggestioni western e venature fantastiche, e Mister No (1975), antieroe disincantato ambientato nella suggestiva Amazzonia. L’editore spinge inoltre verso un ampliamento delle tematiche e dei generi: l’horror miscelato con il fantasy esistenziale di Dylan Dog (1986), creato da Tiziano Sclavi, che negli anni Ottanta diventa un autentico fenomeno di costume; la fantascienza sociale di Nathan Never (1991); la rilettura moderna dell’avventura e del mistero di Martin Mystère (1982). Il mondo Bonelli diventa un vero laboratorio narrativo.
Lo stile Bonelli: un modello editoriale riconoscibile
Il “bonellide” (il formato dei fumetti Bonelli) ha quasi assunto lo status di marchio culturale: 16 x 21 cm, circa 100 pagine, bianco e nero. Ma il vero tratto distintivo è la struttura narrativa: serie lunghe, continuità interna, sceneggiature solide e un profondo rispetto per il lettore. Per decenni la casa editrice ha rappresentato un unicum, un ponte tra il fumetto popolare e l’autorealità, riuscendo a mantenere una distribuzione capillare in edicola che ha garantito tirature e fedeltà difficili da replicare.
Il nuovo millennio e la transizione digitale
Dopo la scomparsa di Sergio nel 2011, la casa editrice ha affrontato una fase di trasformazione, guidata dalla nuova generazione. Continuando a puntare sui grandi classici, ha esplorato nuovi orizzonti editoriali: le miniserie, i volumi da libreria, la serialità più breve, le sperimentazioni grafiche e narrative. Oltre a ciò è stata intensificata la presenza nel mondo audiovisivo. Il caso più celebre è l’adattamento live-action di Dampyr (2022), mentre negli ultimi anni sono stati annunciati e avviati diversi progetti per cinema e TV. Basti pensare a quelli dedicati a Dragonero, la prima vera saga fantasy crossmediale nata in casa Bonelli.
Un’eredità culturale che continua
Oggi Sergio Bonelli Editore continua a essere un pilastro del fumetto italiano mostrandosi come una realtà capace di tenere insieme tradizione e innovazione, sostenuta da un corpo di autori – sceneggiatori, disegnatori, coloristi – tra i più apprezzati in Europa.
La sua storia non è soltanto quella di un’azienda, ma quella di una forma di intrattenimento unica nel panorama nazionale. Una storia che, come i suoi eroi, si rinnova mese dopo mese, albo dopo albo.







