Nell’ambito di articolate attività di indagine coordinate da questa Procura della Repubblica, i Finanzieri del Comando Provinciale di Catania hanno eseguito un provvedimento di sequestro patrimoniale in materia antimafia – emesso dal Tribunale etneo, Sezione Misure di Prevenzione – relativo a una ditta individuale,
operante nel settore della coltivazione agricola e della ristorazione, e il relativo terreno, per un valore complessivo di circa 60 mila euro.
Si tratta dell’esito di ulteriori accertamenti patrimoniali, nei confronti di Giovanni Pappalardo e dei suoi familiari, tutti residenti a Palagonia (CT). Quest’ultimi già destinatari, a ottobre 2020, di un provvedimento di sequestro relativo a terreni, una villa e conti correnti per circa 270 mila euro.
In particolare, le indagini hanno consentito di confermare la pericolosità sociale del predetto Pappalardo. Il quale, condannato, tra l’altro, per associazione a delinquere di tipo mafioso e molteplici “reati fine” come estorsioni a danno di imprenditori del catanese.
Inoltre, gli accertamenti hanno svelato la sproporzione tra il profilo reddituale del nucleo familiare del citato
Pappalardo, che in alcune annualità ha dichiarato redditi pari a zero, e il complesso patrimoniale.
I summit di “Cosa nostra”
In aggiunta alla condanna definitiva per rapina e omicidio – di rilievo è risultata l’appartenenza di Pappalardo all’associazione a delinquere di tipo mafioso denominata “Cosa nostra” e, in particolare, alla “famiglia” di Caltagirone.
Al riguardo, è emerso che il proposto – condannato dal GIP di Catania a 13 anni e 6 mesi di reclusione – ha partecipato ad almeno quattro summit tra esponenti di punta delle famiglie catanesi e calatine di “Cosa nostra”.
Nel corso delle riunioni, alla presenza del clan Santapaola, Ercolano e Floridia per il clan Nardo di Lentini, è stata discussa la nomina del “rappresentante provinciale” dell’associazione criminale e la ripartizione dei proventi delle estorsioni. L’affiliazione si è macchiata, infatti, di ben 7 episodi di estorsione nei confronti di imprenditori catanesi, operanti nel settore delle costruzioni, del movimento terra e delle onoranze funebri.
Reddito zero
Le investigazioni si sono poi concentrate sul profilo economico-finanziario del proposto e, soprattutto, del suo nucleo familiare (moglie e figlie). Giovanni Pappalardo infatti non risulta direttamente intestatario di beni immobili.
Pappalardo aveva acquisito da tempo sia ulteriori terreni sia una ditta individuale, formalmente intestata alla moglie del proposto, attiva nel settore della coltivazione agricola e della ristorazione.
Anche questo patrimonio presentava una significativa sproporzione rispetto al reddito dichiarato. Infatti, per ciascuno degli anni nel periodo dal 2002 al 2018, il nucleo familiare del proposto ha presentato dichiarazioni di redditi minimali e, in un anno, anche pari a zero.
Disposto il sequestro, finalizzato alla confisca, della ditta individuale e dei terreni agricoli.
E.G.