Come ogni anno, l’8 marzo USB ha proclamato lo sciopero generale. Esclusi dalla protesta annuale, i lavoratori della scuola pubblica a causa dell’adesione ad un’altra iniziativa programmata giorno 1 marzo.
«USB Scuola avrebbe partecipato- si legge in una nota del sindacato- incentrando l’azione sui temi più urgenti. Innanzitutto, è necessario continuare a combattere la precarietà e lo sfruttamento dei lavoratori non ancora immessi in ruolo. Serve l’assunzione di nuovo personale, a cominciare dai precari con almeno 3 anni di servizio con un concorso per soli titoli. C’è poi il tema della prevenzione e della sicurezza: prosegue il nostro lavoro sulle mascherine FCA, la richiesta di FFP2 per il personale della scuola, di screening continuativi, trasporti potenziati, di una campagna vaccinale omogenea in ogni regione, che preveda ovunque la stessa priorità per il personale scolastico a continuo contatto con alunni e studenti e che consenta la fruizione di permessi specifici che non producano decurtazioni del salario».
«È ancora irrisolto il problema della didattica a distanza -sottolinea Usb Scuola- che si è dimostrata uno strumento di amplificazione delle diseguaglianze sociali, economiche e territoriali. Occorre ripartire da una scuola radicalmente diversa, dotata di organici adeguati ai bisogni educativi degli studenti e delle studentesse, così come non è più derogabile la questione delle strutture che ospitano gli istituti scolastici. Servono nuovi edifici per ospitare aule più numerose e più grandi così da potere ridurre realmente il numero di alunni a un massimo di 15, messi in condizione di sicurezza strutturale».
«Altro tema centrale è la conclusione del processo di internalizzazione dei servizi di pulizia, che attende ancora la pubblicazione del secondo bando e la conclusione definitiva del passaggio a full-time del personale internalizzato con il primo. Ma l’8 marzo la Scuola non potrà scioperare. La nostra voce si farà sentire ugualmente e la prima richiesta sarà: ritiro immediato dell’intesa firmato dai sindacati. Il diritto di sciopero non si tocca».
E.G.