“Il segno dell’amore di Dio anche nelle cose che non ci piacciono”. Sono queste le parole di Monsignor Barbaro Scionti, parroco della Basilica Cattedrale di Sant’Agata.
La festa della Santa Patrona di Catania per il secondo anno consecutivo sarà avvolta dall’ombra della pandemia che non permetterà ai fedeli e ai devoti di riabbracciare la Santa Bambina.
Ci saranno celebrazioni ogni ora e mezza e si potrà entrare per pregare presso la navata laterale che ospita il sacello agatino.
Tutto in maniera contingentata.
Sarà un altro anno di restrizioni, di mascherine e di distanziamento sociale, ma sarà anche un momento per riscoprire il vero significato e valore di una festa religiosa, la terza più importante al mondo, che deve invitarci a riflettere.
Sant’Agata, questa donna straordinaria, che non ha avuto paura di esprimere il suo amore per Dio, deve rappresentare quell’esempio di perserveranza e di costanza che ciascuno di noi dovrebbe avere nell’amare il prossimo.
Di fronte la Santa bambina, modello di coraggio e di forza, ogni polemica e contrasto, diventa insignificante.
“Dobbiamo guardare al futuro con speranza, con la gioia di sapere che il Signore può farci sorprese anche nelle situazioni che non ci piaccono -conclude Scionti -, come il modo di rendere omaggio a Sant’Agata e il candelario dei festeggiamenti. Ma oggi però possiamo vivere l’essenziale”.