Mentre si placa la protesta degli autotrasportatori, la Sicilia sembra preparsi al peggio
Carrelli pieni di ogni tipo di bene di prima necessità, da verdure a carne, formaggi, pasta e frutta. Nei supermercati di Catania e di gran parte della Sicilia gli scaffali sono quasi vuoti.
Queste sono le conseguenze della protesta degli autotrasportatori per il caro gasolio, che adesso sembra aver raggiunto un accordo con la Regione, dopo più di 48 ore di sciopero e disagi.
L’assessore Marco Falcone dichiara che “il governo Draghi non deve girarsi dall’altra parte”.
Rimossi dunque i blocchi dei tir.
I rappresentanti di categoria e la Grande distribuzione organizzata (Lidl, Eurospin, Md e gruppo Arena), al tavolo tecnico istituito dalla Regione, hanno trovato un’intesa di massima che prevede un aumento delle somme che la committenza corrisponderà alle aziende di trasporto e una riduzione dei tempi di pagamento delle fatture.
Oggi al PalaRegione di Catania, alle 9,30, tavolo tecnico voluto dal governo Musumeci con autotrasportatori, produttori e rappresentati della Gdo per approfondire ulteriormente le proposte di accordo.
Intanto nelle casse dei supermercati come ci raccontano alcuni impiegati, non si discute più del Covid, ma di quello che sta accadendo accanto a noi, a Kiev.
Si sentono i commenti di tante persone preoccupate, si chiedono cosa accadrà, e poi alcuni anziani ricordano invece quella “guerra” che hanno vissuto davvero nel 1942.
“Mi sembra di rivivere quelle stesse scene. Oggi però le vedo solo in televisione”, racconta commosso nonno Nicola.