Nel pomeriggio di venerdì 5 settembre a Villa Fortuna nello splendido borgo marinaro di Acitrezza, noto per il romanzo I Malavoglia, ha avuto luogo la presentazione del primo libro dello scrittore Giuseppe La Rosa. Un libro di poesie intitolato Ritorno all’Eterno, edito da Macabor, nel quale l’autore viaggia tra i ricordi della sua infanzia, trascorsa nella parte alta di Aci Trezza, ma anche in quelli relativi al suo successivo trasferimento nella zona sud di Acireale.
Giuseppe La Rosa, laureato in Storia e Cultura dei Paesi Mediterranei, non ha mai nascosto la sua passione per le passeggiate, anche contemplative, in mezzo alla natura, in particolar modo tra Acitrezza e Acireale, una zona conosciuta per la sua ricchezza paesaggistica e anche per la presenza di luoghi particolari, alcuni dei quali abbandonati come la vecchia stazione ferroviaria di Acitrezza.
L’evento
L’evento è stato organizzato dal Centro Studi Acitrezza, associazione impegnata sin dalla sua nascita nella scoperta e nella valorizzazione dei luoghi caratteristici, alcuni dei quali sconosciuti, ed è stato patrocinato dal Comune di Aci Castello.
La prefazione del libro è stata affidata dall’autore a Daniela Trovato, sua insegnante alle scuole elementari, e durante l’incontro La Rosa ha parlato dei suoi ricordi d’infanzia mostrando la sua spiccata sensibilità ai luoghi che gli ricordano sempre qualcosa. Oltre a ciò ha anche parlato del suo legame con il borgo marinaro parlando anche della tradizione della Festa di San Giovanni, che lui da bambino guardava dal balcone di casa sua della periferia di Acitrezza.
Un connubio tra memoria e luoghi
«Il libro si intitola Ritorno all’Eterno – ha detto La Rosa –. Un connubio tra la memoria e i luoghi che hanno fatto parte della mia vita in un periodo particolarmente felice e intenso. Un periodo che mi è rimasto dentro, al quale ho voluto dare dignità attraverso la scrittura. Questo è un modo per condividerlo con le persone che vorranno abbracciare questo testo e questo libro, sperando che questa sensibilità possa in qualche modo colpirli e che possa entrare dentro la loro anima».
«In questi luoghi la natura con i suoi suoni, con i suoi simboli e con i suoi frutti mi riporta in uno stato di profonda pace e serenità. Un sensazione di eterno. Ci sono citazioni di Marcel Proust, che con la sua memoria involontaria costruisce nuove realtà attraverso sensazioni e ricordi, anche semplici. Una memoria legata anche a qualcosa di profondo e di nuovo, che può dare spunto a una crescita anche del presente. Passeggiare e perdermi nei luoghi è fondamentale perché è l’input del mio lavoro creativo e perché riesco a dare sfogo ai miei pensieri e alle mie sensibilità».
Giuliano Spina