La Regione Siciliana per la prima volta si dota di una “Strategia regionale per la valorizzazione dei beni confiscati”.
Previste alcune azioni per rendere più efficiente e trasparente la restituzione alla comunità di beni e aziende sottratti alla criminalità, anche grazie al sostegno progettuale ed economico.
Il documento è stato elaborato da un apposito gruppo di lavoro voluto dall’assessorato all’Economia, in collaborazione con la Segreteria generale della Presidenza.
E’ stato approvato dal governo regionale e presentato nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Orleans alla presenza del presidente Nello Musumeci, dell’assessore all’Economia Gaetano Armao e del dirigente responsabile del Coordinamento in materia di beni confiscati alla criminalità organizzata Emanuela Giuliano.
“Per la prima volta – sottolinea Musumeci – il governo regionale ha individuato un percorso per fornire servizi innovativi e creare occupazione proprio grazie ai beni sottratti alla criminalità organizzata”.
Secondo i dati dell’Agenzia nazionale nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (Anbsc) aggiornati al 15 novembre 2021, su 38.101 immobili confiscati o sequestrati in Italia, ben 14.315 (pari a circa il 37,5%) si trovano in Sicilia.
Di questi 7.126 sono già “destinati”, sia per finalità istituzionali sia per finalità sociali, mentre altri 7.189 sono ancora “in gestione” dell’Agenzia stessa.
Delle 4.686 aziende sottratte alla criminalità in tutta la Penisola, 1.449 (circa il 30%) hanno sede nella nostra Isola, ma solo 543 sono già “destinate”.
“Sfrutteremo le risorse del Pnrr – ha evidenziato l’assessore Armao – per valorizzare alcuni beni”.
Obiettivi
Il primo di questi obiettivi è il rafforzamento della capacità e della cooperazione degli attori istituzionali responsabili del processo di valorizzazione e dei patrimoni illegittimamente accumulati.
Il secondo riguarda il sostegno economico/finanziario e tecnico attraverso l’istituzione di uno specifico Fondo di progettazione e il supporto agli investimenti delle cooperative sociali o di altri soggetti.
Il terzo, la re-immissione nel circuito dell’economia legale delle aziende confiscate, attraverso il sostegno agli investimenti e all’individuazione delle imprese sequestrate con potenzialità di restare sul mercato.