Una misura che da risorsa al contrasto alla povertà si è trasformata in capro espiatorio: il Reddito di Cittadinanza, istituito con decreto legge nel gennaio 2019 e diventato attivo qualche mese dopo, è protagonista assoluto dei dibattiti politici.
Tra le cinque città in cui si registra maggiore incidenza (spoiler: sono tutte al Sud) spicca anche Catania.
Il bilancio a tre anni dall’esordio del Rdc
Secondo quanto riportato da Adnkrnos, il Coordinamento generale statistico INPS traccia un bilancio a tre anni dall’esordio del Reddito di Cittadinanza. Sono oltre 2 milioni di nuclei familiari, ovvero circa 4,65 milioni di persone, che hanno ricevuto il pagamento di almeno una mensilità. Il totale erogato corrisponde, dunque, a quasi 20 miliardi di euro. I dati si riferiscono al 17 gennaio 2022.
È possibile individuare tre fasi: la prima riguarda i primi tre mesi dall’entrata in vigore (aprile-giugno 2019) con ben 859 mila nuclei familiari che hanno aderito alla misura. In seguito un flusso di nuovi beneficiari pari a circa 250 mila per semestre con picchi in corrispondenza dei momenti più critici della pandemia da Covid-19 nella seconda fase. Infine, si è registrata una diminuzione nel flusso nel secondo semestre del 2021, con circa 100 mila nuovi beneficiari. Numeri, con molta probabilità, legati alla ripresa economica del Paese.
Per quanto tempo i beneficiari percepiscono gli aiuti?
Analizzando l’intero periodo (aprile 2019-dicembre 2021) il numero di coloro che sono entrati e usciti dalla prestazione nello stesso semestre è davvero marginale (64.477 nuclei familiari). Al contrario, è di 20 volte superiore il numero dei nuclei che nell’ultimo semestre osservato risultano ancora percettori di Rdc o Pdc. In sintesi, il 70% di coloro che hanno ricevuto il beneficio per la prima volta tra aprile e giugno del 2019, dunque i primi beneficiari del Reddito di Cittadinanza, risulta ancora beneficiario.
Dall’analisi dei dati INPS nell’ultimo mese del periodo considerato, ovvero dicembre 2021, i nuclei familiari che hanno ricevuto Rdc o Pdc sono 1.375.728, di questi il 44,7% appartiene a un nucleo di un solo componente adulto, il 67,3% è senza minori, con una leggera predominanza maschile (51,5%). Completamente diversa la situazione quando si tratta di nuclei composti da un adulto con uno, due, tre o più minori: in questi casi la percentuali di percettori maschili è molto bassa, tra il 4,5% e il 6,5%.
Quanto percepisce chi usufruisce del Rdc?
Al netto del meccanismo di calcolo dell’importo, risulta che a dicembre 2021 su un totale di 1.375.728 di percettori, 439.737 hanno ricevuto un importo medio mensile tra 400 e 600 euro. Quasi 300 mila nuclei hanno percepito tra 600 e 800 euro.
Seguono le altre classi di importo percepito: nella fascia tra 800 e 1.000 euro spariscono i nuclei monocomponente, mentre nella fascia più alta (oltre 1.200 euro) ci sono solo 11.427 nuclei familiari, quasi tutti con almeno 4 componenti. Importante sottolineare come il 40% dei nuclei familiari percettori riceve anche un’integrazione economica per il canone di locazione. Infatti molte famiglie devono, ogni mese, pagare anche l’affitto per l’abitazione che rappresenta una spesa importante incidendo sul rischio povertà.
Il Sud registra un altro triste primato
Napoli, Crotone, Palermo, Caserta, Catania: sono queste le cinque province in cui si registra maggiore incidenza. Non a caso, delle 3.048.988 persone appartenenti ai nuclei familiari beneficiari di Rdc e Pdc a dicembre 2021, due su tre risiedono al Sud.
La “questione meridionale” è un tema più che mai attuale: proprio nel XXI Rapporto annuale dell’INPS in cui viene mostrato con indicatori su base comunale, che lo squilibrio tra Nord e Sud è sostenuto anche da fattori di disagio economico locale come l’alto tasso di disoccupazione, il basso livello di istruzione e specializzazione, la mancanza di strutture e servizi adeguati.
E.G.