L’ex assessore regionale alla Sanità, Ruggero Razza risponde attraverso un video sui social a Gianfranco Miccichè che, dopo lo scontro con Marco Falcone alla Festa del Tricolore a Catania, ha parlato delle indagini sugli incarichi fatti dal precedente governo regionale, anche quelli dati nell’ambito della sanità.
“Alcuni giornali si sono impegnati nella ricostruzione sulle scelte che furono fatte dal governo regionale, tra queste le nomine dei direttori generali della sanità. Ricordo a tutti che nella scorsa legislatura è entrato in vigore il decreto Lorenzin, che prevedeva la selezione dei candidati solo se quest’ultimi fossero stati ammessi all’elenco nazionale nei direttore generali – dice Razza -. Una selezione con una commissione esterna composta da tre persone, che hanno effettuato dei colloqui, e che secondo i criteri della Regione ha poi inserito i nomi in delle rose divise per le grandi aziende, per quelle di medi dimensioni, per i Policlinici universitari e così via”.
Le nomine sono discrezionali
“Le scelte discrezionali – sottolinea Razza – perché le nomine di alta amministrazione sono discrezionali, il governo le ha fatte solo sulla rosa di quei nomi. Dunque, questa scelta non è avvenuta, come in passato, in una platea di candidati vastissima o tra gli amici più stretti, ma solo tra chi è stato giudicato idoneo da quella commissione per ricoprire quel determinato ruolo. Ovviamente le scelte di alta amministrazione seguono anche un criterio politico di condivisione, ma la novità è che nel corso della valutazione dell’andamento dell’attività per la prima volta ce n’è stato uno che è stato rimosso dall’incarico e altri magari non sarebbero stati riconfermati, ma qualcuno ha voluto ad un certo punto che la nuova selezione per i direttori generali nemmeno si facesse”.
Post al veleno sui social
Ad accompagnare il video un post social dai toni forti nel quale Razza dice “Chi oggi parla di spartizioni, quando sedeva al governo della Regione, ha indicato i direttori generali delle Asp senza nessun criterio di merito. Noi, al contrario, abbiamo rispettato tutte le indicazioni del decreto Lorenzin e siamo andati ben oltre. Senza mai cedere a logiche di bottega”.