In Italia le accise sui carburanti (benzina, diesel e gpl) sono state introdotte negli anni ’30 per fronteggiare economicamente improvvise emergenze dovute a disastri naturali o guerre. Oggi si contano 18 accise sui carburanti, negli ultimi anni si sono aggiunte per esempio quelle per affrontare le spese dovute al terremoto dell’Aquila del 2009 (0,0051 euro) e quelle per far fronte all’arrivo di immigrati dopo la crisi libica del 2011 (0,04 euro).
La più “antica” è l’accisa introdotta negli Anni ’30 per finanziare la conquista dell’Etiopia.
La rilevazione settimanale del ministero della Transizione dice che lunedì 7 marzo la benzina costava in media 1,95 euro al litro di cui 1,08 euro di penalizzazione fiscale e 87 centesimi di prezzo industriale. Il gasolio 1,82 al litro di cui 94 centesimi di disincentivo fiscale e 88 centesimi di prezzo industriale. Sì, sono le tasse più alte a rendere la benzina più cara del gasolio, il quale in realtà ha un prezzo di mercato più salato della verde.
Costo benzina: il confronto tra l’Italia e gli altri paesi
Le nazioni più ricche hanno prezzi più alti, mentre le nazioni più povere e le nazioni, che producono ed esportano petrolio hanno prezzi decisamente più bassi in Libia un litro di benzina costa in media € 0,030. Un’esclusione sono gli USA, che è una nazione avanzata economicamente, ma ha un prezzo della benzina basso € 1.085 al litro. Tutti i paesi comprano petrolio dai mercati internazionali allo stesso prezzo, ma impongono tasse diverse. A Malta il costo medio della benzina è di € 1.340