“Il tribunale oggi ha confermato anche in appello la mia innocenza. Quell’innocenza che già lo scorso 10 gennaio una sentenza di primo grado aveva ampiamente acclarato sulla vicenda Fenapi”.
La Corte d’appello ha messo la parola fine all’ennesimo capitolo confermando la sentenza emessa lo scorso 10 gennaio dal tribunale di Messina, in funzione del giudice monocratico, nei confronti di Cateno De Luca, Carmelo Satta e Giuseppe Ciatto appellata dal Pubblico Ministero e dalla parte civile Agenzia delle Entrate condannando la parte civile al pagamento delle spese di giudizio.
“Quando l’8 di novembre 2017 sono stato arrestato con l’accusa di evasione fiscale in quello che sarebbe diventato il processo Fenapi la mia vita e quella della mia famiglia e della Fenapi stessa sono state stravolte. Ero appena stato eletto al Parlamento siciliano e immaginate cosa si è scatenato contro di me. Ho subito un attacco mediatico senza precedenti. In meno di 24 ore il mio nome era su tutti i tg nazionali e i maggiori quotidiani.Peccato però che lo scorso 10 gennaio, in occasione della sentenza di assoluzione di primo grado, non ci sia stato nei miei confronti lo stesso interesse. In questi anni ho sempre affrontato ogni udienza a testa alta, consapevole della mia innocenza”.
Mi aspetto le scuse di Salvini
“Nei miei confronti c’è stato un vero e proprio accanimento- continua – . Ora mi aspetto che tutti coloro che si sono occupati di me e della mia vicenda sentendosi in diritto di rilasciare dichiarazioni ed emettere giudizi chieda scusa. Mi riferisco in particolare a quella politica che non aspettava altro che un appiglio per attaccarmi e tentare di mettermi fuori gioco con vere e proprie azioni di sciacallaggio. La politica dovrebbe rimanere fuori dalle dinamiche giudiziarie. Dovrebbe occuparsi di far funzionare la giustizia, di riformare la giustizia. Secondo i benpensanti avrei dovuto ritirarmi in attesa di essere assolto in via definitiva. Dovevo mettermi da parte già dal 27 di giugno 2011, quando sono stato arrestato la prima volta. Sono passati quasi 12 anni. Pensate a quante cose sono accadute in questi anni. Io sono andato avanti sempre a testa alta, anche grazie al sostegno di quanti hanno continuato a credere in me. La comunità di Santa Teresa di Riva prima e quella di Messina dopo. Mi ha sostenuto il consenso della gente.
“Oggi pretendo le scuse di Matteo Salvini – conclude – e di quanti come lui mi hanno condannato ancor prima che un tribunale emettesse la sentenza”.