Università e Piano Nazionale di ripresa e resilienza, quali prospettive.
Ne abbiamo parlato con il professore Rosario Faraci, Ordinario di Economia e Gestione delle Imprese all’Università di Catania.
“Tutte le Università del Sud – spiega – si stanno muovendo nella direzione di potenziare il trasferimento tecnologico, non solo risorse per la ricerca, ma favorire il trasferimento della ricerca verso il mondo delle imprese e iniziative progettuali”.
“In questo c’è un forte impegno al finanziamento dei cosiddetti ecosistemi locali dell’nnovazione – continua – voce ricorrente in molti progetti e una partita in cui molte Università si stanno scommettendo. In Sicilia, abbiamo ad esempio un polo di eccellenza a Catania nel campo della nanotecnologia e microelettronica”.
“Poi c’è la formazione – conclude il prof. Faraci – e bisognerebbe rinvigorire i corsi di laurea, immaginandoli come attrattivi anche per una domanda di formazione avanzata da chi viene da altri Paesi”.
Progetti di ricerca
Intanto si sono chiuse le candidature per i progetti di ricerca banditi a fine 2021 dal Ministero dell’Università e della Ricerca, che ha messo a disposizione 4,48 miliardi di euro: tante le proposte pervenute, anche dal Sud Italia, che ha superato in tutti i bandi il 40% del totale.
Si apre ora la fase di valutazione tecnico-scientifica condotta per la prima volta da esperti internazionali: per i progetti valutati positivamente seguirà poi una fase di negoziazione ed entro la fine di giugno 2022 verranno sottoscritti i singoli accordi.
In relazione al primo bando, dedicato alla creazione di 5 Centri nazionali per la ricerca di frontiera in altrettante aree (simulazioni, calcolo e analisi dei dati ad alte prestazioni; agritech; sviluppo di terapia genica e farmaci con tecnologia a Rna; mobilità sostenibile e biodiversità), sono arrivate 5 proposte (il 43% dal Mezzogiorno).
Il totale di finanziamento richiesto è superiore ai 2 miliardi di euro, a fronte di una disponibilità del bando di 1,6 miliardi.