Certe opere non si cercano, si incontrano. Come Peterson Trio, olio su tela nel formato 30×30 cm firmato da Francesco Toraldo. L’abbiamo scoperto esplorando la collezione della Corniceria Brera di Catania, dove ogni quadro non è solo un oggetto d’arte da incorniciare o acquistare, ma un’occasione d’incontro con uno sguardo, una voce, un mondo.
Un’opera densa di suggestioni
Quest’opera, intima nelle dimensioni, ma densa di suggestioni, non si osserva soltanto: si ascolta. È il jazz che prende forma — quello elegante e nervoso di Oscar Peterson — tradotto in gesto pittorico, in materia viva, in ritmo visivo. Toraldo, con la consueta energia del suo segno e la potenza cromatica che lo contraddistingue, restituisce il battito sincopato di una jam session invisibile. Le figure non sono didascaliche: sono evocazioni, vibrazioni che si rincorrono sullo sfondo. Colori netti, pieni, senza esitazioni — come note ben piazzate.
La nascita in Calabria, il trasferimento in Sicilia
Dietro questa esplosione visiva c’è un artista che non ha mai smesso di cercare. Francesco Toraldo, classe 1960, nasce a Catanzaro in una famiglia dove l’arte è già linfa quotidiana: il padre Enzo, anch’egli pittore, gli trasmette i primi rudimenti e l’amore per il mestiere. Negli anni Ottanta si trasferisce in Sicilia, terra che diventerà sua casa dell’anima e suo laboratorio permanente. Da lì inizierà un dialogo fitto con gallerie, collezionisti e, soprattutto, con la sua cifra più autentica: l’arte come spazio espressivo radicalmente libero.
Il jazz, da sempre compagno fedele nella sua pittura, diventa filo conduttore di una produzione dove ritmo e composizione si rispondono. Non a caso, nel 2005 viene invitato al Pescara Jazz Festival per una personale che segna uno dei momenti di maggiore riconoscimento pubblico.



Misure: 30×30 cm
Pittura e impegno sociale
Non solo arte, però: Toraldo intreccia pittura e impegno sociale, collaborando con la fondazione “Les Enfants de Frankie”, attiva nel supporto ai bambini in difficoltà. La sua arte si fa anche veicolo di empatia e cura, senza retorica, senza moralismi. Solo verità, nei colori.
Dalle sue vicende personali più complesse — la separazione, il dolore, la rinascita affettiva — trae linfa per una nuova fase pittorica che si fa più libera, aperta, luminosa. La sua attuale residenza ad Agrigento, in uno dei contesti artistici e storici più potenti del Mediterraneo, è un ritorno alla bellezza essenziale delle cose.
Ed è forse anche per questo che Peterson Trio, oggi custodito dalla Corniceria Brera, parla con una voce così chiara. In una tela di pochi centimetri si concentra un mondo fatto di ritmo, improvvisazione, vita.
Chi entra nello spazio espositivo, lì tra cornici e dettagli, si trova improvvisamente dentro un concerto che non si sente con le orecchie, ma con lo sguardo. È un’occasione rara: un’opera unica, disponibile per l’acquisto, e soprattutto una possibilità concreta di entrare in contatto con un linguaggio pittorico personalissimo, colto ma mai distaccato, che parla al cuore prima ancora che alla mente. Francesco Toraldo non dipinge il jazz. Lo evoca. Lo trasforma. E in quel processo, ci invita tutti a suonare — o almeno ad ascoltare — il nostro ritmo interiore.