Al centro del dibattito dell’ultimo periodo per gli economisti è il nuovo Codice della Crisi d’Impresa e gli strumenti messi a disposizione. Se è vero che la crisi è una fase fisiologica del ciclo di vita dell’impresa, è altrettanto vero che non sempre gli strumenti messi a disposizione per risolverla sono sufficienti.
Garantire l’ottica di continuità aziendale diventa essenziale per andare avanti in una economia già devastata dalla crisie già a partire dal 2008 e resa ancora più grave con la pandemia da Covid.
Una delle novità più importanti del Codice e quindi delle modifiche della Legge Fallimentare è l’introduzione di indicatori ed indici. Questi strumenti permettono di segnalare la possibile presenza di una crisi già dalla sua nascita. Questo permette all’imprenditore di attuare delle strategie tali da modificarne il corso.
Un secondo strumento messo a disposizione è il concordato preventivo. La parola concordato evoca sicuramente brutti pensieri dato che si associa al fallimento. Tuttavia, in questo caso, si arriva ad un accordo con i propri debitori ben prima che si arrivi al fallimento. L’idea, quindi, è quella di creare un piano d’azione ben prima che la situazione degeneri.
Attraverso questi strumenti si avvia un vero e proprio piano di risanamento dell’azienda che, come è possibile intuire, rappresenta il punto di avvio di una nuova continuità aziendale.
La segnalazione agli organi competenti dunque non diventa punitiva, ma anzi bisogna vederla come una opportunità per superare la crisi, attraverso lo strumento più adatto.