Dietro la bellezza di Lipari, una delle isole più gettonate delle Eolie, si nasconde una piaga dolorosa per la comunità: la mancanza di personale medico.
Lipari è “sequestro” delle cliniche sanitarie private. I bandi pubblici vanno deserti e per sopperire alla mancanza di medici e personale ospedaliero, sull’Isola sorgono sempre più strutture private dai costi proibitivi.
Ma la situazione nell’isola (che è molto più complessa) va avanti già da un bel po’ e alle volte la mancanza di tempestività negli interventi costa anche la vita.
«A Lipari viviamo in una situazione di grave e costante disagio dovuta alla carenza di organico all’interno dell’ospedale. – ci racconta Giovanna Maggiore che da voce al comitato “L’ospedale di Lipari non si tocca”- L’assistenza che abbiamo non è in grado di dare risposte al territorio. Il nostro ospedale si trova già in una zona a rischio, in territorio sismico. Al momento mancano medici, infermieri, oss ed il pronto soccorso non può funzionare se non funzionano gli altri reparti».
Una sola ambulanza per tutto il territorio
L’ospedale di Lipari che dipende direttamente dall’Asp di Messina, possiede una sola ambulanza con annesso personale da adoperare in caso di emergenze.
«Per molto tempo ne abbiamo avuto solo una – prosegue il membro del comitato – ma dopo anni di richieste nell’ottobre 2020 ci è stata fornita una seconda ambulanza. Quest’ultima, nel concreto, è inutile in quanto sprovvista di personale e dunque costretta a rimanere ferma. È capitato che si creassero in contemporanea due necessità e non si avesse così modo di prestare soccorso. Le stradine di campagna molto strette della nostra isola purtroppo non aiutano ma anche in questo caso nessuno ha ascoltato la nostra richiesta per ambulanze più piccole».
A conferma della necessità di avere a disposizione più mezzi di soccorso, il caso di un incidente avvenuto qualche mese fa. L’uomo, caduto dalla moto, si è visto costretto ad attendere in gravi condizioni per ben un’ora i soccorsi. La vicenda ha avuto un risvolto tragico dovuto anche alla mancanza di tempestività nelle cure.
A Lipari disagi anche per i malati oncologici e per le partorienti
Gravi disagi anche per i malati oncologici, per le partorienti e per gli isolani che soffrono di patologie cardiache.
«I cardiologi che prestano servizio sull’isola vengono a turno da Messina ma ripartono alle 17:00, non potendo così assicurare continuità nelle cure. I malati oncologici sono troppi, anche la cura del diabete appare difficoltosa. Per sopperire alla mancanza di personale negli ospedali, sono sorte diverse cliniche private ma dai prezzi insostenibili. Un altro capitolo doloroso è stata la chiusura dei punti nascita nel 2011 che ha costretto le gestanti a trasferirsi a Messina anche un mese prima del parto. Le partorienti, inoltre, nel periodo più intenso dell’emergenza sanitaria sono state costrette a recarsi con gli ospedali fuori da Lipari con il rischio di contrarre il Covid».
Qualche agevolazione c’è grazie alla dichiarazione dell’ISEE ma il rimborso spese avviene troppo tardi e le famiglie in attesa di un figlio devono comunque sostenere per lunghi periodi costi importanti per mantenersi al di fuori dell’Isola.
«Nascere a Lipari deve essere un diritto», sentenzia Giovanna Maggiore.
Cosa deve fare un isolano o un turista se è colpito da un malore mentre si trova a Lipari?
«Per la stragrande maggioranza dei casi o dobbiamo partire e recarci in altre strutture o pagare in clinica privata. Per i casi più gravi ci si reca al pronto soccorso che attiva l’elisoccorso ma i costi sono altissimi. Inoltre le condizioni meteorologiche non sempre assicurano la possibilità dell’arrivo dell’elisoccorso. Una volta arrivati sulla terra ferma non è neanche assicurato un ricovero perché spesso non si sa dove inviare il malato. È la malasanità che tutta la comunità subisce. Noi vorremmo chiedere di garantire un certo numero di posti per gli isolani negli ospedali vicini come Milazzo o Messina per non creare ulteriori disagi alla famiglia»
Nessuno vuole lavorare sull’isola
Tutti i concorsi indirizzati a medici e personale sanitario sono andati deserti: insomma malgrado i posti di lavoro ci siano, nessuno vuole lavorare sull’isola.
«Quando l’assessore Razza ha visitato Lipari a seguito della tragedia della giovane Lorenza, ha avviato le procedure di concorso per il ruolo di dirigente medico. Ma soltanto adesso è stata convocata una commissione per dirigente di medicina d’urgenza. Allungando così tanto i tempi, purtroppo, molti sono stati assunti in altre unità sanitarie», afferma il membro del comitato “L’ospedale di Lipari non si tocca”.
L’Isola, d’altra parte risulta poca appetibile per il lavoro non stagionale: «I medici hanno bisogno di incentivi per gli alloggi: servono avvisi pubblici ad hoc per invogliarli a lavorare sull’isola. Con l’avvicinarsi delle elezioni abbiano visto politici farsi gonfi di promesse. Ma è solo pura campagna elettorale».
La rabbia degli isolani
Gli abitanti di Lipari non provano astio nei confronti dei medici che non vogliono operare sull’isola. La responsabilità è delle Istituzioni.
«Comprendiamo il motivo per cui l’unico primo classificato nei vari bandi ha rinunciato all’incarico. La nostra rabbia è rivolta nei confronti delle Istituzioni. Le proteste non sono servite, la situazione non è altro che peggiorata anche nelle piccole cose. Ci troviamo da soli anche nel periodo estivo quando la nostra isola raccoglie numeri importanti. Insomma siamo abbandonati».
«Infine, il Comitato “L’ospedale di Lipari non si tocca” ci tiene a ringraziare i medici ospedalieri che lavorano con molta dedizione e sacrificio, che non riescono neanche ad usufruire dei giorni di riposo e sottoposti ad uno stress non in differente», conclude così il membro del comitato.
Gli isolani stanno pagando a caro prezzo la totale assenza di sanità in un località come Lipari, perla del turismo.