“Questo matrimonio non s’ha da fare, nè domani nè mai” come quello tra l’alta velocità e la Sicilia. Eppure questo matrimonio “combinato” sembrava funzionare per la classe politica che ha accolto poco meno di un anno fa – con grande entusiasmo – il treno Frecciabianca Palermo-Catania.
Ma i pochissimi biglietti venduti ne hanno segnato il destino. Al momento il treno è sospeso, ma la prospettiva non è per niente rosea in quanto non c’è futuro per il Frecciabianca che sarà, successivamente, soppresso.
«Il Frecciabianca è un treno a mercato senza contributi pubblici – spiega Ferrovie dello Stato – il cui costo è sostenuto dai soli biglietti venduti. Per questo motivo, così come succede per tutte le Frecce a livello nazionale, periodicamente viene valutata la sostenibilità economica del collegamento attraverso l’effettivo utilizzo da parte dei viaggiatori».
Il treno poteva ospitare circa 350 persone, ma quotidianamente il convoglio rimaneva quasi vuoto. Il Frecciabianca Palermo-Catania non aveva portato quella ventata di stabilità che i pendolari tanto desideravano. Cinque euro di biglietto in più per una anticipo di soli 2 minuti sulle tre ore necessarie per percorrere poco più di 200 km.
Una soluzione che non avvicinava per niente l’isola all’alta velocità ma che si prospettava il fallimento già sette mesi fa. Adesso è arrivata la conferma.
Dietro il flop ci sarebbe, però, una bella notizia: i lavori fra Bicocca e Lercara diramazione sulla linea Catania-Palermo sono stati conclusi.