Un’eredità inestimabile quella che si vuole preservare con la nuova Fondazione Rosa Balistreri: un percorso che prende avvio con l’omonima associazione e che sarà presentato al teatro Massimo di Palermo venerì 5 aprile alle 18. A prendere l’iniziativa Angela Torregrossa, figlia e unica erede della cantante, Francesco Giunta, editore storico di Quannu moru – brano che funge da toccante testamento artistico e spirituale dell’artista – e Io compro siciliano, il brand che rappresenta il made in Sicily nel mondo.
I tre fondatori hanno costituito l’associazione con lo scopo di accogliere donazioni a sostegno del progetto e mettere insieme materiali inediti, oggetti, ricordi legati a Rosa Balistreri: l’editore Giunta ha, infatti, dedicato molto della sua attività al recupero e preservazione del patrimonio culturale della cuntastorie. L’obiettivo quello di dare avvio a un processo virtuoso che ponga la meritata attenzione alla cantante simbolo della Sicilia. Fra i progetti: raccogliere e rendere fruibile la documentazione inedita di Balistreri, favorire la diffusione della sua musica e mantenere la sua memoria, oltre che supportare tutti i giovani artisti che si muovono in quella direzione.
Fra i partner anche il Palermo festival, associazione che promuove musica nella città rivolgendosi ai giovani: questo a sottolineare la vocazione del progetto, che ha lo scopo di coinvolgere le giovani generazioni nella tutela del patrimonio identitario siciliano. «Daremo vita a un’ istituzione che non solo racconterà e parlerà di mia madre – afferma Angela Torregrossa – ma che attuerà quella che fu l’ultima volontà e il suo ultimo lascito suggellato in Quannu moru, suo testamento artistico: Quannu iu moru faciti ca nun moru, diciti a tutti chiddu ca vi dissi. Quannu iu moru cantati li me canti nun li scurdati, cantatili pi l’autri! Mia madre – continua Torregrossa – aveva piena consapevolezza della grande forza rappresentata dal cantare in siciliano e di quanto il riscatto della Sicilia passasse proprio attraverso il riprendere possesso in piena coscienza da parte dei siciliani, dell’immenso valore insito nel nostro patrimonio linguistico, poetico e culturale».