«All’inizio di questa legislatura, avevo formulato davanti al Parlamento siciliano due auspici: la riforma del regolamento che disciplina l’uso (o l’abuso) del voto segreto e il varo di un codice etico per i membri del governo, del Parlamento e della burocrazia regionale».
Le parole del presidente della Regione Nello Musumeci, in occasione della celebrazioni organizzate a Palazzo Orleans per il 76° anniversario dell’Autonomia siciliana.
In tutte le assemblee pubbliche, il voto segreto è richiesto solo per gravi decisioni, o in casi rari.
«In Sicilia se ne fa un abuso costante, fino a farlo apparire non uno strumento di dissenso ma di vendetta o, peggio ancora, un modo per coprire intese trasversali tra opposizione e parte della coalizione di governo».
«Gli elettori – ha concluso il presidente della Regione – hanno il diritto di controllare il voto dei loro eletti e verificarne la fedeltà al mandato ricevuto. Bisogna riaffermare il principio generale dello scrutinio palese, con rilevanti eccezioni nel caso di voto su persone o su provvedimenti che toccano principi di libertà sanciti dalla Costituzione».