Controlli a tappeto in tutta l’Isola da parte della Guardia Costiera della Sicilia orientale, finalizzati a contrastare la cattura, detenzione e commercializzazione del Pesce Spada, specie protetta nel Mediterraneo dal 1 gennaio al 31 marzo, indirizzata all’intera filiera, nonché alla lotta della pesca illegale / compravendita di esemplari sottomisura.
L’attività, coordinata dal Centro di Controllo Area Pesca (CCAP) della Direzione Marittima della Sicilia orientale, ha visto impiegati “i team ispettivi” nelle varie provincie rivierasche di Catania, Messina, Siracusa, Ragusa, fino all’entroterra di Enna.
Le verifiche si sono estese anche nei tratti di mare dei tre versanti di giurisdizione della Direzione Marittima della Sicilia Orientale (a Nord il Tirreno, ad Est il Mar Ionio ed a Sud il Canale di Sicilia), dove le unità navali del Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera hanno effettuato oltre 130 controlli a bordo dei pescherecci intenti nelle battute di pesca.
Nell’ambito delle funzioni di vigilanza e controllo sull’attività di pesca marittima sono state eseguite accertamenti sulla regolarità della documentazione, mirati nello specifico alle licenze ed attrezzi da pesca presenti a bordo.
A Riposto, i militari della Guardia costiera hanno riscontrato “a mare” irregolari presenze di lavoratori a bordo di pescherecci, sanzionando i Comandanti dell’unità da pesca.
A Messina, rilevante è stato l’ingente quantitativo di novellame di sarda sequestrato, circa 800 Kg, intercettato negli approdi cittadini di Rada San Francesco e Tremestieri dal personale della locale Capitaneria di porto proveniente dalla Calabria.
A Siracusa, a due pescatori subacquei sportivi sono stati sequestrati e rigettati in mare, perché ancora vivi, circa 330 ricci di mare, oltre a sanzionare i contravventori.
A Pozzallo, sequestrata una rete da traino con divergenti a Comandante di motopeschereccio, perché esercitava la pesca a strascico in zona non consentita.
Complessivamente sono state sequestrati oltre 1,5 tonnellate di prodotti della pesca, di cui solo circa 100kg. sono stati distrutti e smaltiti in apposite discariche. Mentre il restante prodotto confiscato (circa 1400 Kg.), valutato idoneo al consumo umano è stato devoluto in beneficienza ad enti caritatevoli.
In totale elevate 22 sanzioni amministrative, per un importo cumulativo di circa 52 mila euro comminate ai trasgressori.
E.G.