Le malattie parassitarie rappresentano per gli animali un grave problema sanitario, ma spesso viene sottovalutato. Si tratta nello specifico di infezioni parassitarie causate per l’appunto da parassiti.
I metodi più comuni attraverso i quali queste malattie si possono trasmettere sono: quello fecal-orale attraverso l’ingestione di acqua o cibo infettati da feci che contengono uova o larve di parassiti; attraverso l’ingestione di acqua potabile non trattata o cibi non ben conservati; tramite la puntura di insetti; attraverso il contatto della nostra pelle con le larve di parassiti.
Negli ultimi tempi si parla di prevenzione e di cura delle malattie attraverso l’antiparassitario, ma anche tramite la sverminazione, un trattamento che consiste nell’eliminazione dei parassiti interni agli animali, inizialmente con la prescrizione di un esame delle feci per l’identificazione del parassita presente e in seguito con la somministrazione di un farmaco, sia per via orale che tramite iniezione.
Quando effettuare il trattamento e la sverminazione
Spesso ci si chiede quando si debba mettere l’antiparassitario e quando si debba fare la sverminazione e le risposte le dà la veterinaria Serena Piccirillo, che fa alcune precisazioni riguardo ai controlli da effettuare.
«La profilassi antiparassitaria va sempre esaminata – spiega la dottoressa – con il medico veterinario che sceglierà il piano di prevenzione più adeguato per il singolo paziente adattandolo alle caratteristiche proprie dell’animale e dell’ambiente in cui vive. Molti trattamenti si possono realizzare in ambiente domestico, ma rimangono consigliati i controlli periodici per eseguire i rispettivi test diagnostici di prevenzione e aggiornare gli eventuali piani di profilassi sanitaria. I trattamenti antiparassitari sono fondamentali per garantire la salute dell’animale e la nostra in quanto numerose malattie parassitarie sono trasmissibili all’uomo».
«La profilassi prevede, in genere, la sverminazione interna contro i parassiti gastro-intestinali da fare regolarmente anche su pazienti adulti e il trattamento antiparassitario contro gli ectoparassiti (es. pulci, zecche, acari, pidocchi) da realizzare ogni 28 giorni circa. Ne esistono in diverse soluzioni, come per esempio, in compresse, spray, collari, pipette e punture».
Fondamentali anche l’igiene e la dieta
Per la prevenzione delle malattie bisogna mettere in atto delle pratiche igieniche, tra cui la pulizia dell’ambiente, ma non solo. Ma è importante anche l’attenzione alla cottura dei cibi.
«Ospitare un animale in casa rappresenta una grande responsabilità sul piano dell’igiene. E’ fondamentale eseguire regolarmente la pulizia dell’ambiente in cui vive, per esempio, detergendo le ciotole in cui mangia e beve, lavando la cuccia, le coperte e i giochi utilizzando sempre prodotti sicuri per la salute dell’animale. La rimozione immediata degli escrementi riduce il rischio delle contaminazioni parassitarie nei luoghi in cui vive e che spesso condividiamo».
«Come anticipato nel precedente articolo, una dieta a base di cibo umido e o secco appositamente studiata dal medico veterinario per il singolo paziente rappresenta, in genere, quella più idonea. Nel caso in cui si dovesse optare per un’alimentazione casalinga è sempre meglio consultare uno specialista veterinario in nutrizione: sarà lui a indicare quali alimenti utilizzare e in quali dosi somministrarli all’animale. In linea generale sarebbe comunque utile evitare la carne cruda o poco cotta poiché spesso fonte di trasmissione parassitaria, o ancora, avanzi ed alimenti conservati in maniera inadeguata o lasciati all’esposizione solare».
Quali sono i principali vettori per i parassiti?
Da non dimenticare nemmeno il contatto degli animali con gli insetti e con le piante, che «può svolgere un ruolo importante nella trasmissione delle malattie parassitarie, sia per gli animali che vivono in ambienti esterni, sia che questo abbia un accesso limitato a prati, boschi e o simili durante le passeggiate. Tra i più comuni vettori ricordiamo le zanzare, difficili da debellare e capaci di trasmettere malattie gravi come per esempio la filariosi, una patologia cardio-polmonare. I flebotomi, trasmissori della Leishmaniosi, malattia endemica nella nostra regione. Zecche, vettori di numerose patologie pericolose tra le quali la malattie di Lyme, l’Ehrlichiosi e la Babesiosi. Le pulci, ad esempio, sono molto frequenti anche in ambienti domestici e possono causare comunemente prurito, dermatiti e nei casi più gravi anche anemia o malattie come la Dypilidiosi».
Giuliano Spina