Lunghe code, disservizi e traffico spesso paralizzato. Questo quanto accade sull’A18 nel tronco che collega Messina a Catania e sulla A19 Catania-Palermo.
Un disagio costante per l’utenza, spesso costretta a percorsi alternativi che allungano i tempi di viaggio, e per gli autotrasportatori, danneggiati nella loro attività lavorativa.
Tutto ciò accade in un luogo della Sicilia dove la presenza di porti commerciali – peraltro tra i più importanti d’Italia- e l’alto tasso di turismo richiederebbe, invece, infrastrutture efficienti.
Eppure le lungaggini burocratiche, miste ad uno stato di disinteressamento, non consentono di eseguire quei lavori di ripristino ed ammodernamento di cui è pacifica la necessità, peraltro con carattere d’urgenza.
È questa la denuncia mossa dal Presidente della Confartigianato Imprese Catania, Francesco Grippaldi.
«È inconcepibile che una Regione come la nostra, florida di commercio e turismo, venga penalizzata dall’incuria delle sue strade le quali collegano i centri più importanti di Sicilia», sottolinea.
«Per non parlare del danno arrecato all’autotrasporto, un comparto altamente penalizzato che non soltanto ha dovuto patire l’aumento dei prezzi della benzina, ma che si trova osteggiato nello svolgimento della propria attività. Chiudiamo, poi, con i pendolari i quali quotidianamente sono costretti a snervanti ritardi e viaggi che paiono non terminare mai», aggiunge Grippaldi.
Si chiede dunque che chi di competenza, prima dell’inizio della stagione estiva, ripristini i tratti interessati dagli innumerevoli disagi.
Curare quelle arterie fondamentali per la circolazione, interessarsi allo stato della viabilità.
E nelle more, quantomeno, si dovrebbe pensare di ridurre al minimo il pedaggio autostradale.