Ci sono quadri che parlano di sfide, altri che raccontano sogni. E poi ci sono quelli che riescono a fare entrambe le cose, con un’energia che ti prende allo stomaco e ti rimette in mare aperto. È il caso di Luna Rossa, l’opera unica firmata da Francesco Toraldo, in grandi dimensioni (100×150 cm), che abbiamo incontrato esplorando la collezione viva e vibrante della Corniceria Brera. Un luogo dove l’arte non si conserva soltanto: si incontra, si incornicia — e, se si vuole, si può anche acquistare.
Una tempesta cromatica
Nel quadro, le vele fendono un mare scuro e agitato, mentre il cielo esplode in un turbine di colori vibranti e nervosi. I rossi, i gialli, i blu profondi e le pennellate decise sembrano quasi suonare al ritmo di una regata estrema, tra sfida e danza. C’è tutta la potenza del gesto, la libertà di un’arte che si concede al movimento più che alla forma, alla musica più che alla narrazione.
Toraldo dipinge come si compone un pezzo jazz: improvvisando, seguendo l’istinto. E proprio come nel jazz, ogni elemento nel suo quadro ha un tempo e un tono, un ruolo preciso in quella sinfonia visiva che esplode davanti agli occhi.
Un artista tra le onde della vita
Francesco Toraldo, nato a Catanzaro nel 1960, ha attraversato decenni di pittura facendo della sperimentazione la sua rotta. Dopo gli esordi nello studio del padre Enzo, anch’egli artista, si trasferisce in Sicilia alla fine degli anni Ottanta. Qui comincia una nuova stagione, segnata dal dialogo profondo con la luce dell’isola, con i suoi silenzi, le sue tempeste emotive.
La musica, in particolare il jazz, diventa presto parte integrante della sua ricerca: «sulla carta il mio linguaggio è scevro da ogni retorica». E anche quando lavora su tela, come in questa Luna Rossa, la sua pittura resta libera da vincoli razionali, fortemente gestuale, istintiva, quasi sciamanica.








